Processo Scazzi, il pm: “Sarah a casa Misseri alle 14, Sabrina mente”

Pubblicato il 26 Febbraio 2013 - 14:44| Aggiornato il 8 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

TARANTO – Sarah Scazzi è uscita di casa alle 13,45/13,50 del 26 agosto 2010. Per arrivare alle 14 in casa degli zii, Michele Misseri e Concetta Serrano, e dalla cugina Sabrina. E in quella casa sarebbe stata uccisa, prima dell’arrivo dell’amica di Sabrina, Mariangela, che alle 14,40 trova la ragazza molto agitata e già in strada. E’ la ricostruzione del delitto Scazzi fatta dal pubblico ministero Mariano Buccoliero. ”Sarah arrivò a casa Misseri e vi entrò prima delle 14”, ha detto in aula durante la requisitoria. “La conferma – ha aggiunto – è una telefonata senza risposta che Ada Maria Serrano fa a Sabrina alle 13,59 e 11 secondi. Sabrina non si rende neanche conto degli squilli perché è impegnata a fare altro con la madre Cosima. Sabrina dice invece che era a letto con la madre e decise di non rispondere mettendo il ‘muto’ alla suoneria. Già, in quella casa tutti dormivano in quel momento, anche Michele. Anzi, in via Deledda tutti dormivano, solo la notte non dormono ad Avetrana. Così come tutto quello che Sabrina ha detto in questa aula è falso”.

Buccoliero snocciola altri dettagli su quella mattina. Sarah Scazzi, secondo l’accusa, uscì da casa intorno alle 13.45-13.50 dopo aver mangiato un cordon bleu, secondo alcune testimonianze tra cui quella della badante dello zio di Sarah, e dopo aver ricevuto verso le 13 un messaggio da Sabrina che la invitava ad andare al mare. Dunque la quindicenne di Avetrana arrivò a casa Misseri verso le 14.  ”L’uscita da casa – ha detto tra l’altro il pm – non può essere collocata verso le 14.30. Se l’unico messaggio ricevuto da Sarah fosse stato quello delle 14.25 e 11 secondi, Sarah sarebbe dovuta arrivare a casa Misseri dopo l’amica Mariangela Spagnoletti che, a detta della stessa Sabrina, ha detto che arrivò alle 14.40. Dopo le 14 il cellulare di Sarah viene sollecitato da cinque chiamate, ma nessuno si è accorto di nulla in casa perché Sarah era già uscita”.

Poco verosimile, secondo Buccoliero, la versione di Michele Misseri che si è autoaccusato dell’omicidio. ”Secondo quanto racconta Michele Misseri, e quanto si ricava dalle dichiarazioni di Sabrina, l’agricoltore avrebbe ucciso in garage Sarah e si sarebbe affacciato per parlare con la figlia che era in veranda, tutto in meno di quattro minuti. Ma è tecnicamente impossibile stando alle loro stesse dichiarazioni. La verità è che Michele parlava su ‘imbeccate’ di Sabrina” ha aggiunto il pubblico ministero.

Il pm ha fatto riferimento ad una intercettazione ambientale del 30 settembre 2010 (il corpo di Sarah non era stato ancora trovato) con il colloquio tra Sabrina e Mariangela. Sabrina avrebbe tentato inutilmente di convincere l’amica che il 26 agosto 2010, giorno del delitto, la stava attendendo nella veranda di casa per andare al mare con Sarah. Mariangela ha sempre riferito che trovò Sabrina già in strada, agitata, che poi pronunciò le parole ”L’hanno presa, l’hanno presa”.