"Prove evidenti contro Parolisi": la procura chiede il giudizio immediato

Pubblicato il 12 Gennaio 2012 - 16:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 12 GEN – Il giudizio immediato richiesto dalla Procura di Terano nei confronti di Salvatore Parolisi per l'omicidio della moglie Melania Rea consiste in un procedimento speciale, previsto dall'articolo 453 del codice di procedura penale, che si fonda sull' ''evidenza della prova''. Rispetto a tale evidenza di colpevolezza la legge ritiene ragionevole saltare l'udienza preliminare.

PROVA EVIDENTE NON SOLO PER PM, ANCHE PER GIP – Non basta, tuttavia, che la prova appaia evidente al pubblico ministero perche' si possa passare direttamente dall'indagine preliminare al giudizio. La prova deve apparire tale anche al giudice, al quale il pubblico ministero deve rivolgersi per ottenere la citazione a giudizio immediato.

LE CONDIZIONI NECESSARIE – La soppressione dell'udienza preliminare priva, di fatto, la difesa di un'occasione per contrastare il cammino dell'accusa verso il dibattimento. Ecco perche' il giudizio immediato non puo' essere disposto se non dopo che la persona sottoposta alle indagini sia stata interrogata o abbia ricevuto l'invito a comparire con l'indicazione dei reati e dei fatti dai quali emerge l'evidenza della prova. La legge, inoltre, condiziona l'ammissibilita' della richiesta del pubblico ministero all'osservanza di un limite temporale, 90 giorni, dalla registrazione delle notizia di reato.

FASCICOLO DAL PM AL GIP – Svolte le indagini, il pubblico ministero formula l'imputazione e invia la richiesta di giudizio immediato al gip. La richiesta del pm fa scattare l'obbligo del giudice di pronunciarsi sull'ammissibilita' del rito speciale: questione che va risolta entro il termine (non perentorio, ma indicativo) di cinque giorni da quella richiesta.

LA DECISIONE DEL GIP, SEMPRE NON MOTIVATA – Se la prova non appare evidente o se manca una delle altre condizioni previste dalla legge (interrogatorio della persona indagata, salvo assenza o rinuncia; contestazione del fatto nell'invito a comparire; osservanza del termine di 90 giorni dall'iscrizione nel registro degli indagati), il giudice rigetta la richiesta ''con decreto non motivato''. In tal caso, gli atti ritornano al pubblico ministero, il quale esercitera' l'azione penale secondo il percorso ordinario. Se, invece, il gip accoglie la richiesta di giudizio immediato, il decreto sara' ugualmente privo di motivazione, per non influenzare in alcun modo il giudice del dibattimento. L'assenza di motivazione rende insindacabili i provvedimenti del gip. SE IL GIP DICE SI' – Il decreto che accoglie la richiesta del pubblico ministero introduce al giudizio immediato: l'imputato, a quel punto, puo' chiedere, entro 15 giorni dalla notifica del decreto, il giudizio abbreviato o il patteggiamento. In assenza di queste richieste e formato il fascicolo del dibattimento, la procedura riprende il percorso ordinario.