Rapinatori ad Airasca: impiegata sviene, le fanno massaggio

Rapinatori ad Airasca: impiegata sviene, le fanno massaggio
(Foto d’archivio)

AIRASCA (TORINO) – Rapinatori gentiluomini all’ufficio postale di Airasca, in provincia di Torino. Chiedono i soldi ma prima di prenderli e scappare assistono una delle impiegate colta da malore per lo spavento.

E’ successo la mattina di venerdì 5 febbraio. I due rapinatori si sono presentati agli uffici postali: indossavano una tuta da lavoro, occhiali da sole e un cappellino calato sugli occhi.

Sono entrati negli uffici, in quel momento quasi deserti, sono andati dal direttore e hanno detto che intendevano fare una rapina. Non hanno mostrato armi, non ne avevano. Hanno chiesto di aprire la cassaforte, che però aveva un’apertura a tempo. Così hanno atteso i venti minuti necessari.

Nel frattempo, però, una delle due impiegate si è sentita male. Così i due rapinatori, nell’attesa, le hanno fatto un massaggio alla testa e l’hanno rassicurata.

Scattata l’apertura della cassaforte, i due uomini si sono fatti consegnare oltre ventimila euro, hanno chiuso il direttore e le due impiegate in bagno, senza nemmeno usare la chiave, dicendo loro di “aspettate qui 10 minuti”, e poi sono fuggiti.

Ecco il racconto di quei momenti fatto dal direttore dell’ufficio postale a Luisa Giaimo de La Stampa: 

«Eravamo appena entrati in ufficio per preparare il lavoro della giornata. I rapinatori si erano nascosti lì vicino, indossavano le tute blu da lavoro e avevano il viso seminascosto dai berretti con la visiera. Non avevano armi, ma il tono della voce era deciso: “E’ una rapina, dateci i soldi e non faremo male a nessuno”». Ma la cassaforte ha un’apertura a tempo, e mentre il direttore con un impiegato è stato chiuso nel bagno l’impiegata è stata portata nell’antibagno dove c’è un lavello. «Si è sentita male, è stata colta da una crisi di mal di testa, e a qual punto uno dei rapinatori le ha fatto un massaggio alla nuca, poi l’ha fatta sedere, mettendole i polsi sotto l’acqua», racconta sempre il direttore, che aggiunge: «Continuava a dirle di stare calma, che sarebbero andati via presto».

 

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