Regina Coeli, detenuto sequestrato e violentato da 2 compagni di cella: ora è in ospedale

Carcere romano di Regina Coeli. Un detenuto è stato sequestrato e violentato da 2 compagni di cella: ora è in ospedale, ha riportato danni gravi.

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 20 Aprile 2022 - 14:18 OLTRE 6 MESI FA
regina coeli ansa

Regina Coeli, detenuto sequestrato e violentato da 2 compagni di cella: ora è in ospedale (foto Ansa)

Sequestrato e violentato dai due compagni di cella. E’ accaduto ad un detenuto nel carcere romano di Regina Coeli. A darne notizia è il sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria.

I responsabili della violenza, a quanto riferisce l’organizzazione sindacale, sarebbero due detenuti di origine slava accusati di rapina e altri reati.

Regina Coeli, detenuto sequestrato e violentato da due compagni di cella

A porre fine alla violenza, nel corso della quale la vittima è stata minacciata con un coltello rudimentale e tenuto legato con un corda, l’intervento dei poliziotti penitenziari. Il detenuto è stato quindi trasportato in ospedale, dove – a quanto riferisce il Sappe – gli sono stati riscontrati gravi danni.

“Un episodio vergognoso e raccapricciante certamente favorito dall’allentamento della sicurezza interna dovuto alla vigilanza dinamica”, afferma Maurizio Somma, segretario nel Lazio del Sappe. “Questi sono i frutti di una sorveglianza ridotta in conseguenza della cervellotica vigilanza dinamica, dell’autogestione delle carceri e dai numeri oggettivi delle carenze di organico del Reparto di Polizia Penitenziaria di Roma Regina Coeli”, rilancia il responsabile nazionale del sindacato.

Donato Capece aggiunge: “Quel che è successo è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri, che di fatto ha determinato una pericolosa autogestione dei penitenziari. Il sistema, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più”.

Intanto, il sindacato punta l’indice su quelli che definisce “provvedimenti scellerati”: si va dal “regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno otto ore al giorno con controlli sporadici e occasionali” alla soppressione delle sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalle carenze di organico dei poliziotti penitenziari al mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento. “La politica se n’è completamente fregata”, conclude Capece.

Detenuto violentato ha riportato gravi danni. A Regina Coeli il più grosso focolaio di Covid

Il detenuto, come detto, è stato portato in ospedale per i gravi danni subiti nel corso della violenza avvenuta in una cella di Regina Coeli dove tra le carceri italiane c’è, in queste ore, il più grosso focolaio di Covid con 211 positivi. 

Il carcere registra 300 posti in più nelle celle e 143 agenti in meno rispetto all’organico previsto. Qui, come scrive Il Corriere della Sera, solo il 4% dei detenuti lavora.

Scrive Il Corriere: “A Regina Coeli sono detenute attualmente 912 persone con 615 posti regolamentari in 323 stanze di detenzione (tutte con servizi igienici con porta). Mentre i poliziotti effettivi sono 373 sui 516 in organico. Mancano anche gli educatori: ce ne sono solo cinque sugli 11 previsti. E ci sono carenze anche tra gli amministrativi: 35 gli effettivi sui 47 previsti. Il quadro dei “vuoti” lo forniscono i dati pubblicati sul sito del ministero della Giustizia aggiornati al 28 febbraio scorso”.