Rifiuti. Province campane dicono no a Bertolaso

I soldi per la manutenzione degli impianti, dalle discariche agli ex Cdr (combustibile da rifiuti) oggi ribattezzati Stir, non ci sono; Bertolaso li prenderà in prestito dagli altri commissari; il decreto definitivo non c’è ancora, agli enti locali presentata solo la bozza

L’emergenza rifiuti in Campania è terminata e quella che doveva essere una semplice riunione per il passaggio di consegne tra Protezione civile guidata a Guido Bertolaso e Province campane si trasforma in un “non firmo”.

Il 31 dicembre il capo della Protezione civile Guido Bertolaso passerà il testimone alla Regione per il rientro nella normalità, dopo 15 anni di commissariamento. Ma le casse sono vuote. In particolare per la manutenzione degli impianti, dalle discariche agli ex Cdr (combustibile da rifiuti) oggi ribattezzati Stir. I comuni continuano a non pagare la struttura commissariale per i servizi forniti. Anzi ci sono arretrati di anni: ben 300 milioni di euro. E così, senza soldi, non sarà possibile completare i lavori, fondamentali per permettere di passare alle gestione ordinaria. Cosa fare? Si è deciso di pescare dalle altre emergenze sparse per il Paese.

Il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania prenderà in prestito 80 milioni di euro dagli altri commissari. Si tratterà, assicurano, solo di «un’anticipazione temporanea da contabilità speciali che hanno una capienza sufficiente» a raggiungere questa cifra. E, comunque, dovranno essere restituiti entro il primo trimestre del 2010. Non è la prima volta che l’emergenza rifiuti in Campania è a corto di fondi. Già otto mesi fa proprio Bertolaso, nella prima relazione al Parlamento, aveva lanciato l’allarme. «La differenza tra entrate e uscite previste nel 2009 è imponente e di assoluta gravità». E concludeva: «Se non ci fossero ulteriori trasferimenti statali si dovranno prevedere situazioni di grave criticità». Allarme, evidentemente, non ascoltato se ora si deve ricorrere ai “prestiti”.

Per questo, ieri 29 dicembre, due dei cinque rappresentanti degli enti locali, l’assessore all’ambiente di Napoli, Giuseppe Caliendo, e il commissario straordinario di Caserta, Biagio Giliberti, non hanno firmano il verbale conclusivo della riunione, perché ai rappresentanti degli enti locali non è stato consegnato il testo definitivo del decreto. Il documento, che ha subito diversi rimaneggiamenti, dovrebbe essere pubblicato nelle prossime ore sulla Gazzetta Ufficiale e tratta di temi diversi, dal terremoto abruzzese alla sistemazione del personale della protezione civile, passando per la spazzatura campana.

E proprio su quest’ultimo argomento si è discusso fino all’ultimo momento, anche perché non è stato facile trovare la copertura finanziaria. Una situazione di incertezza sottolineata da tutti i rappresentanti degli enti locali. Spiega Caliendo: «Noi non abbiamo firmato perché non abbiamo ancora il decreto, ma soltanto una bozza. Non è chiaro a chi e come verranno trasferiti i siti. E non solo: non ci sono stati sopralluoghi congiunti tra i nostri tecnici e quelli della struttura. Come facciamo a prenderne possesso se non ne conosciamo la situazione?». Poi ribadisce: «Questa è la posizione della nostra amministrazione, e quindi, ovviamente, del presidente Cesaro».

Critico anche il prefetto Biagio Giliberti, che attualmente presiede l’amministrazione provinciale di Caserta: «Non sono stati ancora stati quantificati gli interventi da svolgere e non è chiaro quale personale bisognerà gestire e con quali strumenti». A Giliberti toccherà nominare, nei prossimi giorni, il commissario liquindatore per il consorzio unico di Napoli e Caserta. La mancata firma delle due amministrazioni provinciali non dovrebbe modificare la road map di Bertolaso.

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