Roma, scontri e tensioni in pieno centro. Commercianti esasperati: “Così i negozi si svuotano”

Pubblicato il 14 Dicembre 2010 - 18:03 OLTRE 6 MESI FA

«Questa mattina c’è il deserto. Non si vede un cliente e non ne possiamo più». Ripetono tutti le stesse frasi, i commercianti del centro storico di Roma, oggi diventato “zona rossa” , a causa dei diversi cortei di protesta in programma nella capitale. Da Campo de’ Fiori a piazza Navona, in “zona Senato”, i commercianti, pur riconoscendo il diritto di manifestare, chiedono di non essere penalizzati.

Pasquale, storico proprietario di una bancarella di prodotti alimentari a Campo de’ Fiori riferisce che «non ho venduto nulla, neanche un pugno di olive. Non è giusto, e se vogliono manifestare hanno le loro ragioni ma bisogna organizzare tutto per bene in modo che il centro non sia vietato al pubblico. Molti negozi – riferisce – questa mattina non hanno neanche aperto anche perchè hanno paura di eventuali scontri». A non aprire questa mattina è stata anche Claudia proprietaria di una gioielleria vicino Campo de’ Fiori: «È inutile rischiare tanto non si vede nessuno. Non solo, mi dicono che forse non riesco neanche a uscire dal centro per andare a prendere mio figlio a scuola».

Annalisa, proprietaria di un negozio di cappelli adiacente piazza Navona si lamenta: «Non c’è un’anima in giro, solo noi commercianti. Sinceramente potevamo restare a casa. Capisco il diritto di manifestare ma non possiamo pagare noi le spese, come accade ogni volta che c’è un corteo, una manifestazione o uno sciopero basterebbe organizzare sapendo da dove si parte e dove si arriva».

Dunque i commercianti sono d’accordo sul rispetto del diritto a manifestare ma chiedono unanimemente un’organizzazione tale da non penalizzarli. «Se queste proteste servissero a qualcosa siamo anche pronti a fare qualche sacrificio, ma dubitiamo che abbiano qualche riscontro positivo», dicono due fattorini che stanno consegnando frutta in alcuni ristoranti del centro. In Piazza Navona le bancarelle di Natale sono quasi senza clienti. La signora Maria, proprietaria del tiro a segno fa notare come «da questa mattina la piazza è vuota», mentre un collega che vende dolciumi confessa che c’è qualche timore di eventuali scontri.

«Ogni volta che c’è una manifestazione o un corteo – denuncia Attilio Ferraro, titolare del Caffè Domiziano in piazza Navona – è come se noi scioperassimo. È uno sciopero bianco che non vogliamo più fare». E lancia una provocazione: «Facciamo diventare il Senato un bel museo, così ne guadagnano anche le casse dello Stato, e spostiamo onorevoli e politici in palazzi dell’Eur, della Garbatella o in altre zone di Roma. Non ne possiamo più. E poi – ci dice – basta guardarsi intorno, questa mattina sembra di essere in assetto di guerra, con il centro chiuso e forze dell’ordine schierate ovunque».