San Raffaele, affari tra Lugano e Rotterdam con Daccò, l’uomo di Formigoni (e di Cl)

Don Luigi Verzé (Foto LaPresse)

ROMA – A Lugano, in Svizzera, “c’è una società, la Iuvans International, che da anni intratterrebbe ambigui rapporti d’affari con il San Raffaele attraverso Pierangelo (detto Piero) Daccò”: lo scrivono Mario Gerevini e Simona Ravizza sul Corriere della Sera.

Daccò, sempre secondo quanto scrivono i due cronisti, attivo nel settore sanitario, avrebbe il ruolo di “ufficiale di collegamento tra l’ospedale milanese e un gruppo di manager e politici della Regione Lombardia guidata dal governatore Roberto Formigoni. L’uomo, italiano con residenza a Londra, ufficio in Svizzera, casa a Sant’Angelo Lodigiano (Lodi) e interessi in Cile, è un ex fornitore di servizi di lavanderia per il Fatebenefratelli.

Ravizza e Gerevini ricordano che in un articolo del Corriere della Sera del 2001 sulla Compagnia delle Opere, il braccio economico di Comunione e Liberazione (Cl), Daccò veniva descritto come “un amico di Cl che segue l’attività dell’Ordine del Fatebenefratelli”.

Secondo quanto sostenuto dalle fonti ascoltate dal Corriere della Sera, il San Raffaele, fondato da don Luigi Verzé, “aveva rapporti economici con Daccò solo in quanto ‘espressione’ di un determinato ambiente politico in grado di influenzare i bilanci del gruppo”.

Le fonti sostengono che i “vertici del San Raffaele quando trattavano con Daccò, cioè spessissimo, sapevano bene che lo svizzero era la longa manus degli uomini della Regione. Solo questo era il motivo dei rapporti”.

A Lugano ha l’ufficio la Iuvans International, indicata dal San Raffaele come controparte in numerose transazioni finanziarie. Ma la Iuvans di Lugano altro non è che una succursale della Iuvans Bv olandese.

La Iuvans, società di consulenza, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, è “riconducibile” a Daccò, che ne gestiva la succursale fino a due anni fa insieme al consulente fiscale Rudy Cereghetti e alla società Zenco Management.

Cereghetti nel 2010 venne coinvolto in un’inchiesta a Massa Carrara sul fallimento di un immobiliarista, e finì in carcere per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e bancarotta fraudolenta. Più di recente a Cosenza gli è stata confermata in secondo grado una condanna a 6 anni per riciclaggio.

Per quanto riguarda l’altro soggetto che amministrava la Iuvans di Daccò, la Zenco Management, questa viene definita management company della Rocca & Partners Stichting in un documento della Sec, la Consob americana. La Rocca & Partners Stichting, scrive sempre il Corriere, è la fondazione olandese al vertice del gruppo della famiglia Rocca, proprietaria anche di uno dei più importanti gruppi ospedalieri privati, l’Humanitas, sempre di Milano.

C’è poi un’altra Iuvans, scrivono sul Corriere: italiana, offriva servizi sanitari. Ma è fallita nel 2003. Portandosi dietro “qualche segreto”.  “Prima del 2000, scrivono Gerevini e Ravizza, il proprietario della Iuvans srl era Claudio Cogorno, uomo di sanità e di Cl nonché membro del consiglio direttivo della Compagnia delle Opere. Cogorno è rimasto socio per anni di Iuvans insieme a Daccò e a Roberto Sega, un medico vicino a Formigoni. Poi, prima che la società fallisse, il gruppetto girò le partecipazioni a una finanziaria olandese, la Expertisebureau di Rotterdam. Fine della Iuvans italiana. Nel frattempo partiva la Iuvans svizzero-olandese, quella delle presunte triangolazioni pericolose con il San Raffaele. Quando nacque, a Rotterdam, si chiamava Expertisebureau”.

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