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Serial killer di Prati, i dubbi sulla ricostruzione: dall’auto scomparsa al possibile complice

Il presunto assassino delle tre prostitute nel quartiere Prati di Roma, potrebbe aver avuto contatti con persone legate alla criminalità, cercando un supporto. Il tutto prima di presentarsi nell’abitazione a Ottavia dove abitano la sorella e la mamma. E dove sabato mattina all’alba è stato fermato dagli agenti della Squadra Mobile che da giovedì mattina cercano la verità sul triplice omicidio. È una delle ipotesi degli inquirenti che indagano.

Omicidi di Prati, i dubbi sulla ricostruzione del killer

Gli investigatori non escludono che l’uomo, 51enne, ex autista di un boss della camorra, possa aver in qualche modo contattato qualcuno durante le ore che ha passato vagando perla città, prima di chiamare la sorella utilizzando il cellulare di un’amica cubana con la quale avrebbe trascorso mercoledì notte, drogandosi, come ha riferito agli inquirenti prima di essere rinchiuso in carcere. Ma alle sue richieste di aiuto potrebbe aver ricevuto risposte negative, forse perché l’interlocutore non voleva rischiare di essere coinvolto nell’inchiesta.

La posizione della donna cubana è al vaglio della magistratura. La straniera, che è stata sentita in Questura la notte prima del fermo, sarebbe stata convocata dopo che la sorella del presunto killer ha avvertito venerdì mattina i carabinieri, raccontando di aver ricevuto la chiamata dal fratello in uno stato confusionale. Inoltre il 51enne, che è finito in diverse inchieste per traffico di droga, per ricettazione, violazione di domicilio, porto abusivo di armi e violenza sessuale, avrebbe tentato di avere un sostegno da qualcuno mentre vagava per la città.

Il sospetto di un complice e l’auto scomparsa

Poi secondo gli inquirenti, ritengono probabile che qualcuno abbia aiutato il killer in fuga a sbarazzarsi dell’arma del delitto, che non è stata trovata. E a coprire le sue tracce fino all’alba di sabato, quando le forze dell’ordine dell’ordine lo hanno prelevato dalla casa della madre in zona Ottavia, con indosso ancora i vestiti sporchi di sangue. E allora si cerca di capire chi possa aver incontrato e chi potrebbe averlo aiutato. All’appello manca infatti l’auto dell’indagato, una Toyota. Il mezzo a bordo del quale avrebbe raggiunto l’appartamento di Via Durazzo, dove ha ucciso la prima vittima: la prostituta colombiana Martha Castano Torres. La stessa auto che il 51enne ha detto di avere utilizzato per arrivare in Via Riboty, dove sono state uccise altre due escort di origine cinese. 

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