Sgarbi style a Montecitorio: “Matrimoni gay, c’è culimoni”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Ottobre 2015 - 15:15 OLTRE 6 MESI FA
Sgarbi style a Montecitorio: "Matrimoni gay, c'è culimoni"

Foto Lapresse

ROMA – I matrimoni gay? “Sono dei culimoni”. Comincia così il resoconto dell’Ansa relativa alla performance di Vittorio Sgarbi in Aula alla Camera. Le donne? “Non devono fare attività politica, guardate la Pivetti, la Boldrini, pensate alla Anselmi che s’è inventata la P2, che non esiste, o alla Bindi…persino Verdini è meglio della Bindi”. Alla Camera è uno Sgarbi-show. L’opinionista, invitato dal senatore Carlo Giovanardi a una conferenza stampa sulle unioni civili con l’avvocato Alessandra Gracis (nato Alessandro) è un fiume in piena e dà vita a un lungo e provocatorio monologo, che spazia dai diritti delle donne alla vita privata.

E’ Giovanardi il primo a prendere parola, sottolineando che sulle unioni civili “c’è totale disinformazione. Per esempio non viene sottolineato che nel ddl Cirinna’ si danno diritti solo alle unioni tra persone dello stesso sesso. Il nostro punto di vista è che i diritti devono intrecciare qualunque forma di coppia, non solo quelle omosessuali”. Sulla stepchild adoption poi, “l’80% degli italiani non è d’accordo”, incalza il senatore ex Ncd che poi sottolinea: “la maggioranza dei gay sono persone serie, non sono penne e piume di struzzo come al Gay Pride, o Luxuria”. Poi tocca all’avvocato Gracis, nato uomo ma che poi ha cambiato sesso diventando donna, dire il suo ‘stop’ alla stepchild adoption, dannosa, a suo giudizio, per i bambini. “I tempi in Italia non sono maturi, non scaraventiamoli nell’arena dei leoni”, è l’appello di Gracis.

Chiude Sgarbi, con il suo attacco al matrimonio ad una famiglia “dannosa e pericolosa”. Ma al suo interno, “non esiste figlio senza la madre, questa cosa non ha fondamento logico. I bambini hanno bisogno della madre”, spiega Sgarbi che sul punto delle adozioni trova il modo di ‘battibeccare’ anche Giovanardi. “Se la madre non c’è meglio due padri che nessuno…”, afferma l’opinionista che, a chi gli fa notare come il senatore ex Ncd non la pensi così sottolinea: “Giovanardi è un sovrintendente dei valori etici, difende due belle parole che fra un po’ non ci saranno, mamma e papà. Io lo immagino come martire, messo in piazza dall’Arcigay come Saddam”.