Strage di Erba: Olindo Romano e Rosa Bazzi chiedono la revisione del processo. La mossa dei reperti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Dicembre 2020 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA
Strage di Erba: Olindo Romano e Rosa Bazzi chiedono la revisione del processo. La mossa dei reperti

Strage di Erba: Olindo Romano e Rosa Bazzi chiedono la revisione del processo. La mossa dei reperti (foto d’archivio Ansa)

Strage di Erba, l’avvocato di Olindo e Rosa chiede la revisione del processo. Fabio Schembri, intervistato a Cusano Italia Tv, ha ribadito la propria posizione. E’ convinto che l’innocenza dei coniugi non sia così difficile da provare.

Del caso si stanno occupando in particolare Le Iene. La trasmissione di Italia 1 manda spesso in onda servizi che puntano a fare chiarezza sui punti ancora misteriosi della vicenda. Ricordiamo che Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati in Cassazione come autori della strage.

Strage di Erba: la Cassazione ha respinto la richiesta dei legali di Olindo e Rosa

La Corte di Cassazione recentemente ha respinto la richiesta dei legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi di nuove analisi su alcuni reperti trovati sulla scena del crimine. La Strage di Erba è avvenuta nel paese in provincia di Como l’11 dicembre 2006. Le vittime furono uccise a colpi di coltello e spranga. Si trattava di Raffaella Castagna, suo figlio di appena 2 anni Youssef Marzouk, la madre della Castagna Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.

Secondo i giudici della Cassazione, la richiesta della difesa “non poggia su alcun fatto logico”. L’intera vicenda e in particolare quest’ultimo sviluppo sono stati approfonditi a “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia TV. Tra gli altri è intervenuto l’avvocato Fabio Schembri.

Strage di Erba, l’avvocato di Olindo e Rosa a Cusano Italia Tv

Il legale di Olindo e Rosa, intervistato da Fabio Camillacci ha detto: “Noi avremmo voluto e continuiamo a voler esaminare quei reperti rinvenuti sulla scena del crimine e sopravvissuti a un’improvvida distruzione. Una cosa è certa: il rigetto deciso dalla Corte di Cassazione è del tutto incomprensibile. Soprattutto perché in passato la Suprema Corte si era già espressa per ben tre volte. E in due occasioni aveva sancito il diritto della difesa a esaminare quei reperti tramite l’incidente probatorio.

Ci sono stati dei passaggi a dir poco strani. Perché la Corte d’Appello di Brescia a seguito di quel pronunciamento della Cassazione, dapprima dispose l’incidente probatorio. Poi nella seconda udienza in cui doveva addirittura essere nominato il perito della stessa Corte, individuato nel maggiore Giampietro Lago del Ris di Parma, l’incidente probatorio venne rigettato.

L’avvocato di Olindo e Rosa e la battaglia sui reperti

“Senza dimenticare che dopo un nostro ulteriore ricorso, la mattina in cui la Cassazione avrebbe dovuto decidere in merito, la maggior parte dei reperti che avremmo voluto esaminare finì stranamente nell’inceneritore. Poi come per incanto spuntarono fuori due scatoloni di altri reperti, quelli che ora avevamo chiesto di esaminare. Ma stavolta la Cassazione ha cambiato evidentemente opinione rigettando il nostro ricorso.

Ma noi non ci arrendiamo e speriamo di trovare tra le pieghe della motivazione di questa decisione della Suprema Corte un’altra strada per arrivare all’esame dei reperti. Questa pronuncia dunque per noi diventa un punto di partenza perché noi chiederemo comunque la revisione del processo perché ci sono troppi elementi a favore dell’innocenza di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Certo, se non dovessero farci esaminare i reperti, saremo costretti a presentarci davanti al giudice della revisione con un’arma in meno”. (Fonte Radio Cusano Campus)