Strage di Viareggio, parlano i macchinisti: “Capimmo che avevamo pochi istanti per fuggire”

Una coltre di gas che avanzava a due metri da terra e la consapevolezza di aver pochi istanti per fuggire prima dell’esplosione.

È la testimonianza dei conducenti del treno merci che il 29 agosto 2009 deragliò nella stazione di Viareggio, squarciando una cisterna e causando l’esplosione di gpl che ha ucciso 32 persone.

La ricostruzione è stata riportata nella relazione tecnica della commissione d’inchiesta di Rfi (Gruppo Fs). “Appena il treno si è fermato, abbiamo notato una folta coltre di gas che avanzava oltre la testa del treno, hanno raccontato i macchinisti. Essendo a conoscenza dell’alta infiammabilità, io e il mio collega ci siamo allontanati dalla locomotiva”.

I due uomioni riuscirono a prendere la documentazione del materiale trasportato con le schede delle sostanze pericolose. Il convoglio, con 14 carri, trasportava 630 tonnellate di gas gpl. L’incidente, secondo la ricostruzione della commissione d’inchiesta di Rfi, avvenne mentre il convoglio transitava in stazione a 92 km orari.

“Nel corretto tracciato della stazione di Viareggio, raccontano i macchinisti, alla velocità di circa 90 km/h abbiamo udito un forte e inusuale rumore di ferraglia provenire dai carri, e contemporaneamente, abbiamo avvertito come una sorta di resistenza al moto”.

Era quasi mezzanotte. Il treno proseguiva la marcia urtando ripetutamente, con il carrello del carro sviato, il cordolo del marciapiede. Il macchinista riferisce di “aver azionato la frenatura di emergenza al fine di fermare il treno”.

Diciassette secondi dopo, la velocità è ridotta a 70 km/h e il macchinista alla guida riferisce: “Mentre aspettavo che il treno arrestasse la corsa ho provveduto a disattivare elettricamente la locomotiva, disalimentandola dalla linea aerea e dalle batterie”. Trentuno secondi dopo si ferma la corsa del convoglio deragliato con cinque cisterne rovesciate su un fianco. pocho dopo, l’esplosione.

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