Sulmona, Pasquale di Toro libera a sue spese la statua di Ovidio dalla neve: multato

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Febbraio 2017 - 09:16 OLTRE 6 MESI FA

SULMONA – Non ne poteva più di vedere quel cumulo di ghiaccio e spazzatura ammassato sotto la statua di Ovidio. Così un cittadino privato si è presentato con la ruspa e un camion per liberare l’area a sue spese. Accade a Sulmona, in piazza XX Settembre dove un imprenditore locale, Pasquale di Toro, rischia ora di dover pagare a caro prezzo il suo alto senso del decoro urbano: i vigili lo hanno multato perché non era autorizzato.

In un paio d’ore ha liberato l’intera piazza dalla neve, quella che le nevicate eccezionali di gennaio unite all’incuria avevano lasciato accatastata attorno a uno dei monumenti simbolo della città, la statua del poeta Publio Ovidio Nasone, nato a Sulmona nel 43 a. C.

“Penso di non aver commesso nulla di male – è stato il commento dell’imprenditore – ho agito per puro senso civico, prendendo atto, insieme ad altri cittadini, che da quasi un mese era abbandonato un cumulo di neve sporca ai piedi della statua-simbolo della città”. “Non era una protesta – ha ribadito – ma una forma di rispetto perché Ovidio è conosciuto in tutto il mondo. Quest’anno si festeggia il bimillenario della sua morte e noi gli regaliamo una discarica pubblica

Ma la polizia municipale non ha gradito lo spirito di iniziativa e così, dopo aver verificato l’assenza di autorizzazione del Comune, gli ha notificato un verbale di contestazione, pur lasciandolo completare l’opera. Non sono mancate le proteste dei sulmonesi, grati all’imprenditore per il servizio reso alla cittadinanza. Attendono di conoscere l’esatto importo della multa: per raggiungere la piazza con la pala meccanica Di Toro ha infatti dovuto attraversare il corso dedicato al poeta che oltre ad essere chiuso al traffico a quell’ora è anche interdetto ai mezzi pesanti.

I due vigili troppo zelanti gli hanno fatto presente che quell’infrazione è sanzionabile con 100 euro di multa, guardandosi bene però dal fermare il lavoro che per settimane nessuno aveva avuto l’ardire di compiere. “Erano dispiaciuti, ma hanno fatto il loro dovere”, conclude rassegnato Di Toro.