Superenalotto: il titolare della ricevitoria racconta come è nato il supersistema

Pubblicato il 31 Ottobre 2010 - 15:25 OLTRE 6 MESI FA

Il gatto, la mamma e un matrimonio. Non è un film, ma il cocktail che ha scardinato il forziere da 178 milioni dopo un’attesa di quasi nove mesi. Come ricostruisce Agipronews, tutto nasce lo scorso 25 settembre a Colico, un paese di 5 mila abitanti in provincia di Lecco, nella ricevitoria di Lorenzo Betti.

E’ stato lui a ideare il supersistema mettendo in gioco in un frullatore numerico elementi statistici e anniversari. Il destino del 6 record è stato scritto lo scorso 25 settembre, sostiene Agipronews: quel sabato, Lorenzo Betti festeggia il suo 45esimo anniversario di matrimonio. Il destino vuole che proprio quel giorno il “6” sfugga ancora alla cattura e affianchi il precedente record di Bagnone (oltre 147 milioni).

Nelle mente del ricevitore si accende la lampadina: ci sono tutte le basi per tentare il colpaccio. Come prima cosa, inserisce nel suo sistema una serie di numeri ricavati analizzando le sestine vincenti uscite nelle ultime 200 estrazioni del Superenalotto. I più frequenti vengono inseriti nell’elenco dei 44 che andranno a formare il sistema. Poi, vengono integrati con numeri legati alle proprie vicende familiari, date di nascita e anniversari di moglie, genitori, suoceri. E qui entra in gioco il gatto. “Avevo un gatto siamese al quale ero molto legato, ma è morto dopo undici anni. Ho messo anche le sue date nel mio sistema”, racconta Betti.

Non solo. Ricorda anche quando aveva quasi completato la scrematura dei numeri, ma ne mancava uno. La dea bendata si presenta sotto forma di una giovane ragazza intenta a fare la sua giocata al Superenalotto. “Mentre convalidavo alcune schedine al terminale questa ragazza mi dice: ‘Perché nel suo sistema non mette il 55? Sono gli anni di mia mamma’. Il numero mi piaceva e così in suo onore ho chiamato il mio sistema ‘La mamma’”.

La mamma di tutte le vincite milionarie che, un mese dopo, hanno premiato l’Italia da nord a sud. A quel punto, Betti propone la sua ‘creatura’ alla bacheca dei sistemi di Sisal, come fa da anni, ma trattiene cinque quote, mentre le altre 65 vengono messe a disposizione di tutti gli altri ricevitori d’Italia. Il resto si conosce: in 70 centrano il colpo della vita, spartendosi un bottino da quasi 178 milioni. “Spero che si ricordino di me”, conclude Betti, che domenica mattina, dopo aver aperto la ricevitoria, si vede recapitare un mazzo di fiori, rose gialle e girasoli. “Anche se dovessi ricevere un segno di riconoscimento in denaro da parte dei vincitori lo darei in beneficenza – prosegue Betti – sono affetto da distrofia muscolare, ogni settimana mi sottopongo a delle cure e vedo la sofferenza di tante persone. Ecco, mi piacerebbe aiutare chi soffre, utilizzando quei soldi per sostenere la ricerca”. (ANSA).