Tangenti Sesto, pm: "Processare Di Caterina per calunnia"

Pubblicato il 28 Dicembre 2011 - 18:28 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Rischia due processi a Milano per calunnia l'imprenditore dei trasporti Piero Di Caterina, 'gola profonda' dell'inchiesta dei pm di Monza sul cosiddetto 'sistema Sesto' che vede indagato l'ex esponente del Pd Filippo Penati.

La Procura del capoluogo lombardo, infatti, ha formulato due distinte richieste di rinvio a giudizio a suo carico, in relazione ad alcune lettere e dossier scritti dal titolare della Caronte srl, nel 2010. Nelle missive Di Caterina se la prendeva con il sindaco di Segrate, Adriano Alessandrini, e con una dirigente dell'amministrazione riguardo alla concessione di alcune autolinee comunali.

Di Caterina e' accusato, in particolare, di diffamazione aggravata e calunnia continuata nei confronti del sindaco Alessandrini, rappresentato dall'avvocato Gabriele Roveda. Come si legge nel capo di imputazione, formulato dal pm di Milano Cristiana Roveda, l'imprenditore avrebbe inviato due lettere, il 20 aprile e il 7 giugno 2010, alle forze dell'ordine e un comunicato stampa, offendendo ''la reputazione'' del sindaco.

Nel suo ''dossier'' Di Caterina, in sostanza, accusava l'amministrazione di Segrate di averlo penalizzato per favorire invece l'Azienda trasporti milanese (Atm) nella concessione delle autolinee nel Comune. Secondo il pm, Di Caterina avrebbe incolpato ''falsamente, sapendoli innocenti'' il sindaco e la city manager di Segrate, Laura Aldini, di reati come ''corruzione, concussione, turbativa d'asta, abuso e omissione d'atti d'ufficio, fatti in realta' mai accaduti come emerge dalle sentenze in atti del Tar e del Consiglio di Stato''.

L'udienza preliminare e' fissata davanti al gup di Milano Vincenzo Tutinelli per il prossimo 23 febbraio. Un'altra udienza a carico di Di Caterina (per calunnia, diffamazione e minacce), stavolta davanti al gup Giuseppe Gennari, si aprira' invece il 14 marzo.

L'accusa, formulata dal pm Silvia Perrucci, riguarda le stesse lettere e dossier e vede come 'vittima' la dirigente Aldini. Di Caterina, scrive il pm, aveva anche accusato la dirigente di avergli richiesto una ''tangente'' e aveva affermato ''che l'unico motivo per il quale non le aveva ancora fatto del male era perche' si trattava di una donna''. Secondo l'avvocato Roveda, che rappresenta anche Aldini, ''tutto il castello di accuse mosse dal Di Caterina sta crollando pezzo per pezzo.

Ne' il sindaco ne' la dirigente sono indagati a Milano o Monza. A Monza il sindaco ha ampiamente chiarito la sua posizione e, evidentemente, il pubblico ministero lo ha ritenuto convincente e credibile''.