Terremoto, Mirandola: da centro del biomedicale a città fantasma

Pubblicato il 29 Maggio 2012 - 13:27 OLTRE 6 MESI FA

MIRANDOLA (MODENA) – Era la patria di Pico della Mirandola, ducato estense e uno tra i distretti del biomedicale più noti d’Italia. Adesso, dopo le scosse continue dal 20 maggio, Mirandola è un paese fantasma. Capannoni crollati, aziende prostrate: delle 150 aziende della zona fino a lunedì 28 maggio il 70% ha subito danni e ha dovuto interrompere la propria attività. Ora, dopo questo martedì di scosse ininterrotte, la situazione sarà anche peggio.

Fino a lunedì erano 3mila su 5mila gli addetti messi in cassa integrazione. Ma dopo questo martedì la situazione non potrà che peggiorare.

L’ospedale di Mirandola è strato evacuato. Ma a far più paura sono i capannoni e le fabbriche, dove già diverse persone hanno perso la vita.

L’allarme: forniture per la dialisi a rischio. Dopo le scosse e i danni alle aziende biomedicali sono a rischio in rifornimenti di prodotti per i pazienti di alcune patologie, in particolare la dialisi: a lanciare l’allarme è stato Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica.

”In quell’area c’è il più grosso comparto biomedicale d’Europa, ha detto Rimondi all’Ansa, nell’area del terremoto ci sono circa 100 aziende con oltre cinque mila dipendenti. Abbiamo già fatto un primo sopralluogo stamattina, con cui abbiamo constatato che tutte le aziende hanno subito danni”.

Nella giornata di oggi, martedì 29 maggio,  tutte le imprese biomedicali della zona sono ferme e stanno procedendo a verifiche sui danni e i feriti. ”Al momento non abbiamo notizie di crolli di capannoni per le nostre aziende, ma la nostra preoccupazione è soprattutto per le forniture e la distribuzione dei prodotti. Dobbiamo mettere a punto un programma per continuare a fornire e distribuire i prodotti ai pazienti, cosa che verificheremo da domani”.