Torino, al via il processo a Daniele D’Agostino. Tentò di avvelenare la moglie col “Paraflu”

Pubblicato il 20 Ottobre 2009 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA

È cominciato il 19 ottobre a Torino il processo a Daniele D’Agostino, l’uomo accusato di avere avvelenato la moglie facendole bere del paraflu, liquido antigelo per automobili.

L’episodio risale al 14 maggio 2006, quando la donna, Clelia M., si presentò all’ospedale di Chivasso (Torino) in preda a forti dolori: il veleno era stato diluito in una soluzione che in quel periodo la vittima stava assumendo in vista di un esame clinico.

Il movente del gesto non è mai stato chiarito anche perchè D’Agostino (difeso dall’avvocato Andrea Pronatti) ha sempre respinto l’accusa di tentato omicidio: «Ho preparato i flaconi per Clelia – è il suo racconto – ma non vi ho messo alcuna sostanza tossica».

La procura ritiene che all’origine vi siano dei dissapori tra i coniugi. D’Agostino, che è perito elettronico, oggi vive in Liguria e ha il divieto di ingresso a Torino, dove l’ormai ex moglie (parte civile con l’avvocato Ferdinando Santoni De Sio) si è stabilita.

Dopo il rinvio a giudizio aveva chiesto di patteggiare cinque anni di reclusione senza però proclamarsi colpevole: «Voleva solo – spiega il suo difensore – evitare alle figlie, che gli sono molto legate, la via crucis di un processo che si annunciava lunghissimo e difficile».

I giudici, in quell’occasione, respinsero la proposta ritenendola «non congrua». In aula sono comparsi i primi testimoni. Tra essi la dottoressa Piera Biolino, dell’ospedale di Chivasso, che si rese conto delle condizioni della vittima e si procurò l’antidoto. Clelia M. aveva ingerito, involontariamente, del glicole etilenico, il componente di base del paraflu. Il processo continua a dicembre.