Madre “ama troppo” la figlia, giudice decide: trasferimento o comunità

TORINO – Il giudice Maria Luisa Dughetti le ha ordinato di trasferirsi con la figlia di tre anni da Potenza a Torino. Un’ordinanza dettata dal fatto che nella città vive l’ex marito e padre della bimba. La donna dovrà rinunciare al suo lavoro e sradicare la bambina dagli affetti e dalla scuola in cui si era appena inserita. Tornare a Torino senza un lavoro e senza casa sarebbe un problema che il giudice ha così risolto: “si faccia aiutare da una comunità”. La donna ha definito l’ordine del giudice “un abuso” ed ora si appellerà alla Corte di Cassazione ed ha inviato una lettera aperta al Capo dello Stato ed al Consiglio superiore della magistratura.

I genitori della piccola divorziarono prima della sua nascita e il tribunale definì la custodia congiunta per il bene della bambina. Ma la donna si trasferì a Potenza, dove lavora ed ha un appartamento di proprietà. L’ex marito invece rimase a Torino, dove abita nella casa dell’anziano genitore. a contestazione maggiore della donna al giudice è la minaccia di essere privata di sua figlia se non si sottoporrà al trasferimento. Il provvedimento del giudice è chiaro: “E’ peraltro evidente che nell’eventualità la signora non accettasse un inserimento comunitario, si prospetterò inevitabile un ripensamento e un inserimento in comunità solo della piccola, in previsione di una sua eventuale collocazione presso il padre”.

La decisione del giudice si è basata su una perizia psicologica della donna, che lavora come insegnante, la quale è colpevole di amare troppo la sua unica figlia. sarebbe dunque l’amore ad accecarla e ad averla spinta a non rispettare le condizioni di un affidamento congiunto, allontanando la piccola dal padre e stabilendo un calendario per le telefonate. Resta il fatto che l’ordinanza prevede l’inserimento di una donna e di una bambina in una comunità per madri in difficoltà, così che l’insegnate di Potenza si è ribellata: “non ho patologie, non ho precedenti penali e non sono tossicodipendente”.

Una questione delicata sul quale il presidente del diritto di famiglia del tribunale di Torino Piergiorgio Algostino ha detto: “Negli ultimi 4 anni, da quando presiedo questa sezione, abbiamo inserito in comunità 2 bambini sottraendoli ai genitori. Il nostro costante orientamento è per lasciarli in famiglia, spiegando ogni volta a tutte le parti interessate che la nostra preoccupazione è per la tutela dei figli”.

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