Trento: fa causa all’amante per avere la paternità del figlio

Pubblicato il 22 Febbraio 2010 - 15:54 OLTRE 6 MESI FA

A Trento un uomo, sposato, impiegato pubblico si è rivolto al tribunale dei minori e ha fatto causa all’amante perché vuole riconoscere il figlioletto di tre anni avuto da lei. La donna, invece, si oppone perché il padre, che è sposato con un’altra e ha due figli grandi, si era disinteressato del bambino e, nei primi tempi, si era eclissato.

Adesso la causa è stata incardinata davanti al giudice Luciano Spina. L’uomo ha chiesto l’esame del dna per dimostrare che il bimbo è suo. La donna non vuole che quello è ormai il suo ex amante riconosca il bambino e si oppone.

I due sono colleghi. Lavorano nello stesso ufficio pubblico a Trento. L’uomo è sposato e ha due figli grandi. La donna, invece, è single ed è più giovane di lui. L’uomo confessa alla sua amante che il suo matrimonio è ormai al capolinea. Tra i due nasce una simpatia sempre più forte che sfocia in una relazione fissa che va avanti quasi un anno. I due si vedono fuori dal lavoro. Le cose sembrano andare bene. L’uomo continua a promettere che lascerà la moglie. La sua amante ci spera. Poi, però, rimane incinta.

Quando viene a sapere che la sua amante è rimasta in stato interessante, però, l’impiegato esce dalla sua vita quasi del tutto. Gli incontri clandestini si fanno sempre più rari. Mano a mano che la gravidanza va avanti, l’uomo si eclissa e alla fine quasi sparisce dalla vita della sua amante. Si vedono solo sul lavoro, ma tra i due neanche una parola. Alla fine solo gelo.

La donna capisce che il suo amante l’ha riempita solo di vuote promesse e decide, comunque, di tenere il bambino e di andare avanti da sola. Quando il piccolo nasce, il padre non si fa vivo. E così anche nei mesi successivi. Poi, piano piano, l’uomo cerca di riavvicinarsi. Va a trovare il figlio. Gli fa piccoli regali. Spesso si ferma a cena. Inizia a giocare con lui e si rende conto di quello che ha perso. Così decide di fare due cose: confessa tutto alla moglie e poi chiede alla sua amante di riconoscere il bambino per poi averne la custodia condivisa e offrendosi di contribuire al mantenimento del bambino. La giovane donna, però, ha rifiutato. Così l’uomo si è rivolto al tribunale dei minori perché riconosca d’ufficio la sua paternità