VICENZA – Hanno organizzato gare tra medici e infermieri a chi infilava più cannule nelle vene dei pazienti, ma non solo. Hanno anche scattato selfie con i cadaveri del pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, inviandoli in una chat su WhatsApp tra risate e commenti non certo appropriati per la delicatezza della situazione.
Il Giornale di Vicenza, che già aveva parlato giorni fa delle gare tra medici e infermieri per chi inseriva più aghi nei pazienti del pronto soccorso, con tanto di punteggio assegnato a seconda del tubicino inserito, dal più piccolo al più doloroso, scrive ora un nuovo capitolo della vicenda scoppiata dopo che il primario, Vincenzo Riboni, è venuto a conoscenza della gara e ha aperto indagini disciplinari:
“Una delle infermiere coinvolte nella gara degli aghi, una di quelle che hanno partecipato dall’esterno alla presunta sfida sulle cannule più grosse da infilare nelle vene dei pazienti, si divertiva a fotografare cadaveri. La nuova sconcertante verità è emersa nel corso dell’incontro fra il primario Vincenzo Riboni e gli “Amici di Maria” all’indomani della scoperta della chat incriminata. La storia è nota.
Un infermiere – teme che il gioco stia diventando troppo pericoloso – si dissocia dal gruppo, rivela al primario la trama della gara organizzata da due medici e sei infermieri durante una cena, e consegna la stampa dei whatsapp lanciati dai telefonini con cadenza ininterrotta e sequenza da corsa a cronometro dalle 16,29 alle 20,25 di un giovedì pomeriggio. Riboni convoca subito una riunione con il personale coinvolto nella strana storia. L’incontro è piuttosto teso. Ed è allora che una delle tre infermiere riferisce di questo inquietante dettaglio”.