RIO DE JANEIRO – Non si ferma l’ondata di mattanze per scontri tra gang rivali nelle carceri brasiliane che, dall’inizio di gennaio, contano già un centinaio di morti. Nella notte tra sabato e domenica nel penitenziario di Alcacuz, nello stato del Rio Grande del Nord, e in quello adiacente di Rogerio Coutinho, in una sommossa tra bande rivali sono morti quasi trenta detenuti.
“Abbiamo visto le teste di tre detenuti strappate via”, ha raccontato alla stampa Zemilton Silva, coordinatore del carcere. La polizia ha circondato la prigione e bloccato le uscite, ma non ha potuto fare di più subito perché i detenuti erano armati.
L’ultima sommossa nel carcere di Alcacuz risale al novembre del 2015, quando in uno dei padiglioni fu scoperto un tunnel scavato dai detenuti. Il penitenziario può ospitare 620 persone, ma attualmente i carcerati nella struttura sono 1.083.
L’ennesima rivolta scatenata da bande rivali si è conclusa solo il giorno dopo grazie all’intervento delle forze della sicurezza . “Abbiamo già iniziato il lavoro di indagine”, ha detto il direttore dell’Itep, l’istituto tecnico scientifico della polizia, Marcos Brandao. Le vittime non sono state ancora identificate.
Nella notte tra il primo e il 2 gennaio scorso nel carcere Anisio Jobim di Manaus, capitale amazzonica, c’è stata una carneficina con 60 morti, molti smembrati e decapitati. A scatenarla, una rissa tra gang rivali, la Familia do Norte e il Primeiro Comando da Capital. Solo quattro giorni dopo è avvenuta un’altra mattanza, con 33 vittime, nel penitenziario agricolo di Monte Cristo (Pamc), il maggior carcere dello Stato di Roraima, nel nord del Brasile. Secondo le autorità locali, l’eccidio potrebbe essere stato provocato dalla gang Primeiro Comando da Capital (Pcc) per vendicarsi del massacro di suoi membri nella prigione a Manaus.
(Foto Ansa)
(Video Bbc)