13 cose da fare per diventare astronauta della Nasa

di Edoardo Greco
Pubblicato il 30 Dicembre 2015 - 06:45 OLTRE 6 MESI FA
13 cose da fare per diventare astronauta della Nasa

13 cose da fare per diventare astronauta della Nasa (BuzzFeed)

ROMA – Vuoi diventare astronauta per la Nasa? Hai tempo fino al 15 febbraio per fare richiesta e queste sono le 13 cose da fare (o prerogative da avere) per arrivare (quasi) a far parte di quel pugno di superuomini e superdonne che possono lasciare la Terra per esplorare lo spazio. BuzzFeed le ha chieste al Derek Green, colonnello dell’Air Force in pensione, che nel 2003 ha fatto domanda per entrare nella Nasa ed è arrivato fino alla selezione finale.

 

1. Avere un curriculum fatto su misura per il programma spaziale. Green voleva diventare astronauta da quando aveva 6 anni. Sapeva, dopo aver fatto ricerche, che la gran parte degli astronauti erano piloti militari e per lo più con un passato di studi in ingegneria. Lui fece entrambe le cose diventando un pilota della Air Force con due master, uno in scienza aerospaziale e l’altro in ingegneria aerospaziale.

2. Ha iniziato compilando un modulo di richiesta, come per tutti gli altri lavori. In realtà le domande da compilare erano due: una per i civili, una per i militari. Green le ha compilate tutte e due. E la prima selezione l’ha passata fra i “civili”.

3. La sua candidatura ha passato due durissime selezioni. La Nasa gli ha fatto prima un esame di approfondimento, partendo dal curriculum che lui aveva presentato. Poi gli hanno fatto dei controlli medici per capire se aveva i requisiti fisici richiesti. Quindi lo hanno chiamato per un incontro faccia-a-faccia.

4. Lo hanno aviotrasportato fino al Johnson Space Center, dove ha incontrato una ventina di altri candidati, qualificati come lui. Green racconta che è stata un’esperienza strana perché, mentre era circondato da questa gente super qualificata, si è sentito per la prima volta un potenziale astronauta. Fino ad allora aveva visto gli astronauti come delle persone irraggiungibili.

5. Il direttore della Flight Crew Operations ha dato il benvenuto ai candidati mettendoli al corrente della cruda realtà dei fatti. In una sala il direttore ha mostrato ai candidati molte slide spiegando loro che le probabilità di diventare ricchi erano basse, mentre le probabilità di incappare in un incidente grave erano alte. Detto questo, “congratulazioni, possiamo iniziare”.

6. Green ha passato un test di sei ore e più o meno 2.000 domande a risposta multipla. Poi si è sottoposto a un esame psicologico di quattro ore. Solo un’ora del test a risposta multipla era su abilità cognitive, le altre cinque erano tutte psicologiche. Una volta finito il test, si è sottoposto a una seduta di quattro ore con uno psicologo e uno psichiatra. “È stata una seduta completa e ho imparato molte cose su me stesso”, ha detto Green.

7. Il clou della settimana era un colloquio con un gruppo di 15 dirigenti della Nasa. Che gli hanno fatto delle domande anche molto personali. Il suo migliore amico, Mike Anderson, era diventato anche lui un astronauta, ma era morto nel disastro dello Shuttle Columbia, proprio sette mesi prima. I dirigenti Nasa gli chiesero che cosa ne pensava del gruppo che aveva investigato su quell’incidente.

8. Ah, ed è stato anche collegato (letteralmente) a un dispositivo di monitoraggio della frequenza cardiaca per un giorno e una notte interi.

9. La settimana al Johnson Space Center fu molto faticosa. “Ho chiamato mia moglie tutte le sere per raccontarle cosa era successo, e molte volte mi addormentavo al telefono”. Green, pilota della Air Force con esperienze in combattimento, ha detto che quella settimana è stata la più divertente, eccitante ed intensa della sua vita.

10. Tutti i candidati divennero molto amici, nonostante la competizione. “Eravamo in competizione, ma ognuno cercava di aiutare l’altro”. Green ha detto che è ancora in contatto con alcune delle persone di quel gruppo.

11. Dopo che la settimana finì, le persone cercarono in tutti i modi di capire quale era la loro posizione in graduatoria. Alla fine di quei sette giorni non avevi nessun segnale positivo o negativo. Allora alcuni iniziarono a dire che stavano facendo controlli sul passato di Tizio, o che l’amico di Caio aveva ricevuto una chiamata da un investigatore, il che poteva essere interpretato come un buon segno. Se ti hanno selezionato, di solito ricevi una telefonata quattro o cinque mesi dopo: “Ehi, mi chiedevo se ti piacerebbe volare con noi”. Ed è la telefonata che tutti vorrebbero ricevere.

12. Dopo un po’ ricevette la cattiva notizia: la sua vista non era sufficiente per volare nello spazio. Green non era stato selezionato. La sua vista andava bene per volare nella Air Force, ma aveva un piccolo errore refrattivo, così piccolo che non era stato rilevato nel primo esame medico. La brutta notizia non arrivò per telefono, ma sotto forma di lettera. “Fu molto brutto. Dopo che lessi per un po’ ho realizzato che mi stavano dicendo ‘grazie per la tua domanda’ ma che non avevo passato la selezione finale”.

13. Alla fine, è stata un’esperienza positiva. Green ha detto che senza il sogno di diventare astronauta non sarebbe mai diventato un pilota né sviluppato le capacità di leadership che lo hanno portato a diventare dirigente della Fortune 500. “Il sogno non si è realizzato, ma la strada percorsa per realizzarlo è stata assolutamente fenomenale”, ha concluso Green.