SIDNEY – Ha passato in carcere 15 anni condannato per un omicidio brutale mai commesso. E’ la storia di Darryl Beamish, sordomuto australiano, accusato e condannato per l’omicidio della ricca ereditiera Jilian Brewer, uccisa nel 1959 a colpi di ascia e forbici. La sua è una vicenda che dovrebbe far riflettere chi denuncia presunte persecuzioni giudiziarie nel nostro Paese. La realtà, invece, è che gli errori giudiziari, anche tragici, esistono.
Beamish fu riconosciuto colpevole e condannato a morte. Poi, per la sua disabilità, la pena è stata commutata in ergastolo. In prigione Beamish c’è rimasto da innocente per 15 anni fino a quando, per l’omicidio della Brewer è arrivata la confessione del serial killer australiano Eric Edgar Cook. L’odissea dell’uomo, però, non è finita neppure in quel momento: per ottenere la completa riabilitazione, infatti, Beamish ha dovuto attendere il 2005 e solo qualche giorno fa, oltre mezzo secolo dopo il delitto, è arrivato anche un risarcimento economico.
Oltre alle scuse e al “profondo rincrescimento” del governo australiano Beamish ha incassato un assegno di 400 mila dollari australiani, poco meno di 300 mila euro. Pochi se si pensa ai quindici anni di carcere e al mezzo secolo di sospetti. Il governo australiano, però, spiega il sito della tv Abc, “non intende essere una completa compensazione per le sofferenze patite”. Piuttosto, il risarcimento post-grazia punta ad “assicurare conforto e stabilità finanziaria nell’ultima fase della vita di beamish”.
Quello del sordomuto non è l’unico caso di madornale errore giudiziario in Australia. Abc cita i casi di Andrew Mallard e John Button. Il primo scontò 17 anni di carcere per omicidio, il secondo cinque. Per due delitti mai commessi. Entrambi, alla fine, sono stati risarciti con somme più o meno simili a quella tardivamente incassata da Beamish.