Una cimice minaccia il venezuela

ROMA – Una cimice di appena tre centimetri infesta Caracas: è il Panstrongylus geniculatus, una cimice triatomina vettore di un parassitosi terribile, la tripanosomiasi americana, conosciuta anche come morbo di Chagas o Enfermedad de la pobreza.

Sei milioni di venezuelano rischiano la vita: la cimice, infatti, attacca l’uomo succhiandogli il sangue e attaccandogli le possibili infezioni di cui è portatrice.

L’attacco all’uomo è una conseguenza della mancanza dell’habitat naturale della cimice, distrutto dagli insediamenti urbani. Un tempo, infatti, il chipo, come viene chiamato, aggrediva gli opossum, i pipistrelli e gli armadilli. “Oggi questa fauna è a rischio d’estinzione perché gli incendi e l’edilizia selvaggia hanno fatto tabula rasa dei boschi in cui viveva. Così il chipo é diventato un parassita metropolitano. Ha imparato a usare la città. A infestare le case, i grattacieli, l’uomo, i suoi animali domestici, i barrios più poveri ma anche i quartieri residenziali come El Cafetal, El Hatillo, Prados del Este e las Mercedes. E sopratutto, l’area intorno al Parco Nazionale El Avila”, sottolinea alla Stampa Matías Reyes, responsabile dell’area di entomologia dell’Instituto de Medicina Tropical.

“Abbiamo invaso l’habitat del chipo con un’urbanizzazione selvaggia. spiega Rafael Orihuela, ex ministro della Sanità e medico tropicale di fama internazionale. Abbiamo trasformato le colline di Caracas in un ecomostro, un intrico di bindonvilles di lamiera e cartone, senza l’ombra dei servizi più elementari, senza reti fognarie, in cui la gente sopravvive in una promiscuità pestilenziale. Propagarsi in questi barrios, per il morbo di Chagas è un invito a nozze”.

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