Elite cinese vuole figli americani. Cittadinanza, i maternity tour (15-50mila $)

Elite cinese vuole figli americani. I tour per la cittadinanza (da 15 a 50mila $)
Elite cinese vuole figli americani. I tour per la cittadinanza (da 15 a 50mila $)

ROMA – Elite cinese vuole figli americani. I tour per la cittadinanza (da 15 a 50mila $). Fermata all’ufficio passaporti dell’aeroporto internazionale di Los Angeles lo scorso febbraio, una coppia di cittadini cinesi prova non riuscendoci a spiegare che è entrata negli Stati Uniti per una semplice vacanza. La donna è in stato interessante: gli agenti vogliono sapere cosa succede se dovesse sopraggiungere il parto.

La presenza di 30mila dollari nascosti in valigia (ne avevano dichiarati 10mila) costringe Wang Fei e la moglie ad un esame più accurato delle loro intenzioni. La rapida inchiesta si conclude in un condominio dove vengono ospitate donne straniere incinte venute in America a partorire appositamente un figlio che, grazie alla legge americana dello ius soli, sarà a tutti gli effetti cittadino americano.

La storia, pubblicata sul quotidiano El Pais (“La élite china quiere hijos americanos”) e rilanciata da Virgina Della Sala sul Fatto, racconta il fenomeno non nuovo ma, anche grazie al boom cinese, molto diffuso del “maternity tourism” con destinazione Usa: agenzie specializzate in loco propongono pacchetti che vanno dai 15mila ai 50mila dollari per organizzare parti di cittadini della borghesia cinese. E non solo cinesi: dei 300mila nati da cittadini stranieri ogni anno, almeno 40mila sono quelli di chi desidera solo ottenere la cittadinanza.

Siti internet e agenzie cinesi sono i più organizzati: offrono sistemazione, cure mediche e consigli su come evitare la fine di Wang Fei e moglie. Il problema principale è nascondere la gravidanza: d’inverno è meglio, ci si copre di più. E’ un gioco illegale che sembra valere i rischi quello degli anchor babies (bambini àncora): un cittadino americano ha diritto a 13 anni di istruzione gratuita, un reddito da pensione dopo soli 10 anni di contribuzione, la possibilità, al compimento del 21° anno, di ricongiungere la famiglia di origine.

Tra questi, anche gli italiani. “Sono al terzo mese di gravidanza e stavo considerando l’idea di partorire negli Stati Uniti: vorrei dare al bambino un passaporto americano”: Alessandra cerca dettagli sul web. “Mi sto informando in anticipo perché sto verificando se la mia assicurazione coprirà le spese e poi vorrei chiarire in tempo dei dubbi: devo dichiarare che sono incinta al momento del viaggio? Posso partire al settimo mese? Devo andare in ambasciata per il permesso: mi hanno consigliato di portare con me il programma di un corso a cui dovrei partecipare lì, altrimenti un visto non me lo concederanno mai”.

La risposta arriva da Giulia, che ce l’ha fatta. “Per i costi – racconta – il mio parto sarebbe costato più di 15 mila dollari (circa 13 mila per il parto e 3 mila per i controlli alla bimba). Ho pagato solo una piccola parte di questa cifra, il resto era coperto dall’assicurazione. Ma alcuni miei conoscenti, invece, hanno dovuto tenere la bimba appena nata in ospedale per circa una settimana a causa dei controlli: il loro conto è arrivato a 40 mila dollari”. (Virginia Della Sala, Il Fatto Quotidiano)

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