Esperanto, dopo 150 anni ancora viva la lingua dell’utopia

Pubblicato il 15 Dicembre 2009 - 15:31 OLTRE 6 MESI FA

Esperanto, più che una lingua, un utopia. 150 anni fa nasceva l’inventore  dell’esperanto, Ludwik Zamenhof. Il padre dell’esperanto nacque in una città della polonia popolata da diversi gruppi etnici, con condizioni politiche, sociali, linguistiche e religiose, differenti.

L’esperanto ebbe origine dall’esigenza di trovare una lingua comune a tutti questi gruppi. L’esperanto avrebbe dovuto chiamarsi lingua universale. A distanza di un secolo e mezzo, è ancora una lingua viva. L’esperanto è parlato da 2 milioni di persone distribuite in 120 paesi.

In Italia, c’è un popolo silenzioso che ne porta avanti l’identità. Numeroso è il popolo dei fans dell’esperanto. Esiste, persino, il sito della “gioventù esperantista” che permette di iscriversi ad un corso gratuito via email. Il web, poi, ne ha facilitato la diffusione,  YouTube, Facebook, Twitter e Wikipedia, hanno dato una nuova vita all’esperanto. In Italia, ad agosto, si svolgerà il 77 congresso  italiano di esperanto: appuntamento a Lignano Sabbiadoro