Kenyoti “seviziati” fanno causa al governo, e Londra svela i segreti del colonialismo

Pubblicato il 6 Aprile 2011 - 19:33 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – Gli storici si preparino. I segreti coloniali del Regno Unito, dopo mezzo secolo di colpevole silenzio, presto vedranno la luce. L’operazione trasparenza, innescata dalla causa intentata al governo britannico da quattro anziani kenyoti seviziati dagli sgherri dell’amministrazione coloniale al tempo della rivolta Mau Mau negli anni ’50, rischia ora di scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora, che contiene la bellezza di duemila casse piene zeppe di documenti compilati durante il crepuscolo dell’Impero.

”In seguito alle ricerche condotte su impulso dei veterani Mau Mau”, ha dichiarato infatti alla Camera dei Lord il sottosegretario al Commonwealth Lord Howell of Guildford, ”il Foreign and Commonwealth Office (FCO) ha deciso di regolarizzare la posizione di circa 2mila scatole piene di file, per la maggior parte datati tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, ancora in suo possesso”.

A suggerire l’ipotesi che nelle segrete dell’FCO si trovassero gli spettri del passato coloniale britannico è stato il Times, che il 5 aprile ha pubblicato in anteprima alcuni stralci dei documenti ottenuti dai legali dei quattro kenyoti.

”Lord Howell – scrive oggi, 6 aprile, il quotidiano di Rupert Murdoch – lo ha confermato per la prima volta. I file sono in tutto 8800 e si riferiscono a 37 amministrazioni un tempo in mano ai britannici”.

Nel caso del Kenya i documenti compromettenti furono trasportati in Gran Bretagna nove giorni prima della dichiarazione d’indipendenza del paese africano con la chiara intenzione di evitare ogni ”imbarazzo al governo di sua Maestà”. Quando il Kenya li chiese indietro il governo di Londra rifiutò. Col tempo di quelle casse si perse traccia.

Lord Howell ha però rivelato che il trattamento riservato al Kenya non ha nulla di eccezionale. ”Era pratica comune per le amministrazioni coloniali trasferire nel Regno Unito determinati documenti giudicati non appropriati da consegnare ad altri governi”, ha precisato il sottosegretario.

Ora, secondo gli storici, altre cause di risarcimento potrebbero aprirsi per chiedere di scontare le colpe del passato. ”Le dichiarazioni di Lord Howell sono stupefacenti e confermano ciò che alcuni di noi hanno sempre sospettato”, ha commentato David Anderson, professore in politica africana presso l’università di Oxford.

Un segreto che si configura, oltre tutto, come un’infrazione al ”Public Records Act del 1958”, la legge che obbliga il governo a trasferire i documenti in suo possesso al Public Record Office 30 anni dopo la loro creazione. Howell ha poi concluso dicendo che l’intenzione ora è quella di ”aprire al pubblico” la vasta maggioranza dei file previo un procedimento di ”revisione”. La procedura potrebbe durare ”qualche anno”.