Guerra in Ucraina, perché la Russia ha invaso? Gli obiettivi di Putin e cosa vuol dire paese neutrale

Le affermazioni sui nazisti e il genocidio in Ucraina erano completamente infondate, ma era chiaro che per la Russia si trattava di un momento cruciale.

di Caterina Galloni
Pubblicato il 3 Aprile 2022 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA
Guerra in Ucraina, perché la Russia ha invaso? Gli obiettivi di Putin e cosa vuol dire paese neutrale

Guerra in Ucraina, perché la Russia ha invaso? Gli obiettivi di Putin e cosa vuol dire paese neutrale FOTO ANSA

Perché la Russia ha invaso l’Ucraina e cosa vuole Vladimir Putin? Se lo chiede Paul Kirby sul sito di BBC News. Ecco i punti significativi delle sue risposte. L’obiettivo iniziale del leader russo era invadere l’Ucraina e spodestare l’esecutivo, mettendo così fine all’intenzione di unirsi alla Nato. Ma l’invasione si è impantanata e sembra aver ridimensionato le sue ambizioni. Quando il 24 febbraio ha dato il via all’invasione, Putin ha detto al popolo russo che il suo obiettivo era la “smilitarizzazione e de-nazificazione dell’Ucraina”, per proteggere le persone da quelli che ha definito otto anni di bullismo e genocidio da parte del governo ucraino. “Il nostro piano non è occupare il territorio ucraino. Non intendiamo imporre con la forza nulla a nessuno”, ha ribadito.

Le affermazioni sui nazisti e il genocidio in Ucraina erano completamente infondate, ma era chiaro che per la Russia si trattava di un momento cruciale. “Sono in gioco il futuro della Russia e il suo futuro posto nel mondo”, ha affermato Sergei Naryshkin, direttore del Servizio di intelligence internazionale russo. L’esercito russo mirava a penetrare nella capitale Kiev, invadendo la Bielorussia a nord, nonché da sud e da est. Ma la feroce resistenza dell’Ucraina ha causato pesanti perdite e, in alcune aree, ha respinto le forze russe.

Putin ha cambiato i suoi obbiettivi?

La Russia sembra aver abbassato le sue ambizioni, sostenendo di aver “complessivamente raggiunto” gli obiettivi della prima fase dell’invasione, definita come una considerevole riduzione del potenziale di combattimento dell’Ucraina. Durante i colloqui di pace la Russia ha annunciato che avrebbe “ridotto drasticamente” le operazioni militari intorno alla capitale e alla città di Chernihiv. Ciò tuttavia deve ancora essere confermato e il presidente ucraino Zelensky ha affermato che l’Ucraina può fidarsi solo dei fatti e non delle parole.

La guerra va avanti, in particolare nell’est e nel sud dove le forze russe stanno cercando di creare un corridoio terrestre lungo la costa meridionale, a est dalla Crimea al confine russo. Un mese dopo l’invasione, la Russia ha dichiarato che il suo obiettivo principale era la “liberazione del Donbass”, riferendosi in generale alle regioni orientali ucraine di  Luhansk e Donetsk. Più di un terzo di quest’area, con una guerra iniziata nel 2014, era già stata occupata dai separatisti sostenuti dalla Russia. Prima dell’invasione era chiaro che il presidente Putin voleva tutto l’est, riconoscendo che l’intera area apparteneva a due staterelli fantoccio russi.

Il capo dello statelet di Luhansk aveva proposto di tenere un referendum sull’adesione alla Russia, simile a un voto peraltro screditato a livello internazionale tenutosi in Crimea nel 2014. Al di là degli obiettivi militari, la richiesta maggiore del presidente Putin è di garantire la futura neutralità dell’Ucraina. Gli ucraini l’hanno offerta in cambio di garanzie di sicurezza da parte degli alleati, come parte di un piano di pace ad ampio raggio presentato nei colloqui in Turchia.

Perché Putin vuole l’Ucraina neutrale

Da quando nel 1991, con il crollo dell’Unione Sovietica, l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza ha gradualmente virato verso l’Occidente, sia l’UE che la Nato. Il leader russo ha cercato di invertire la situazione, considerando la caduta dell’Unione Sovietica come la “disintegrazione della Russia storica”.  Ha affermato che russi e ucraini sono un unico popolo e ha negato la lunga storia della nazione affermando che “l’Ucraina non ha mai avuto tradizioni stabili da autentico Stato”.

Nel 2013 la sua pressione sul leader filo-russo dell’Ucraina, Viktor Yanukovich, ha fatto in modo che non firmasse un accordo con l’Unione europea. Il fatto aveva sollevato delle proteste da parte degli ucraini, la cosiddetta rivoluzione arancione, e nel 2014 era stato deposto. La Russia ha conquistato la regione meridionale della Crimea in Ucraina e ha innescato una ribellione separatista a est e una guerra che ha causato 14.000 vittime. Mentre a febbraio Putin si preparava a invadere la Nazione, ha stracciato un accordo di pace di Minsk del 2015 peraltro non soddisfatto e ha accusato la Nato di minacciare “il nostro futuro storico come nazione”, sostenendo senza fondamento che i paesi Nato volevano portare la guerra in Crimea.

Come sarebbe la neutralità?

Prima che l’Ucraina presentasse i suoi piani, la Russia ha affermato che stava considerando un’Ucraina “neutrale e smilitarizzata” con il proprio esercito e la propria marina, sulla falsariga dell’Austria o della Svezia, paesi entrambi membri dell’UE. L’Austria è neutrale, mentre la Svezia non è allineata. Zelensky aveva già dichiarato che gli ucraini avevano capito che non sarebbero stati ammessi alla Nato:”E’ una verità e come tale va riconosciuta”. La Russia non considera le proposte di pace dell’Ucraina né come promettenti né come una svolta, dunque la guerra continuerà.

Questa è l’offerta di Kiev:

  • L’Ucraina diventerebbe uno stato “non allineato e non nucleare”, senza basi militari o contingenti stranieri sul suo territorio
  • Garanzie rigorose e giuridicamente vincolanti chiederebbero a paesi come Regno Unito, Cina, Stati Uniti, Turchia, Francia, Canada, Italia, Polonia e Israele di proteggere un’Ucraina neutrale in caso di attacco
  • Entro tre giorni da un eventuale attacco gli stati garanti dovrebbero tenere delle consultazioni e difendere l’Ucraina
  • L’Ucraina potrebbe entrare nell’Unione Europea
  • Non entrerebbe in alleanze politico-militari e qualsiasi esercitazione internazionale richiederebbe il consenso degli stati garanti.

L’offerta dell’Ucraina di aderire alla Nato (e all’UE) è sancita dalla sua costituzione del 2019, dunque per qualsiasi cambiamento sarebbe necessario un referendum.

Riguardo alla Crimea e l’est?

La Russia finora non è entusiasta dal piano dell’Ucraina per il futuro status della Crimea, preso dalla Russia nel 2014, da decidere durante 15 anni di consultazioni. Il Cremlino afferma che la Crimea ora è territorio russo e la costituzione russa vieta di discutere con chiunque il suo status. Come parte delle proposte di pace di Kiev, tutte le truppe russe lascerebbero il territorio ucraino e il futuro delle aree orientali detenute dai separatisti sostenuti dalla Russia, sarebbe discusso dai due presidenti nell’ambito di un vertice per il cessate il fuoco.

Ma il presidente Putin non vorrà abbandonare le conquiste territoriali ottenute durante la guerra, soprattutto perché l’obiettivo dichiarato è “liberare” l’est dell’Ucraina. Kiev, da parte sua, non accetterà mai di cedere il suo territorio sovrano. L’Ucraina non ha mai preso sul serio la richiesta di militarizzazione della Russia e l’insistenza di Mosca sulla “denazificazione” è solo propaganda russa. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha commentato: “È pazzesco, a volte nemmeno loro riescono a spiegare a cosa si riferiscano”.

Qual è il problema di Putin con la Nato?

Per il leader russo l’alleanza militare dei 30 paesi membri dell’Occidente ha un obiettivo: spaccare la società russa e alla fine distruggerla. Prima della guerra in Ucraina ha chiesto alla Nato di invertire la sua espansione verso est, rimuovendo le forze e le infrastrutture militari dagli stati membri che hanno aderito all’alleanza dal 1997 e non dispiegare “armi d’attacco vicino ai confini della Russia”. Ciò significa Europa centrale, Europa orientale e Paesi baltici. Secondo Putin, nel 1990 l’Occidente aveva promesso che la Nato a Est non si sarebbe allargata “di un centimetro” ma lo ha fatto comunque. Ciò avveniva prima del crollo dell’Unione Sovietica, dunque la promessa fatta all’allora presidente sovietico Mikhail Gorbaciov si riferiva solo alla Germania dell’Est nel contesto di una Germania riunificata. Gorbaciov ha affermato in seguito che all’epoca “il tema dell’espansione della Nato non è mai stato discusso”.

Putin ha delle mire che vanno oltre l’Ucraina?

Se ne ha, le sue battute d’arresto militari in Ucraina potrebbero aver messo fine a qualsiasi ambizione al di là dell’Ucraina. Dopo ore di conversazioni con Putin, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha concluso:”Putin vuole realizzare un impero russo… Fondamentalmente ridefinire lo status quo all’interno dell’Europa in linea con la sua visione. E per farlo, non ha scrupoli a usare forza militare”. Tatiana Stanovaya della società di analisi RPolitik e del Carnegie Moscow Center teme una spirale che riporterà alla Guerra Fredda: “Ho la ferma convinzione che dovremmo prepararci a un nuovo ultimatum all’Occidente che sarà più militarizzato e aggressivo di quanto avremmo potuto immaginare”.

Dopo aver assistito alla volontà di Putin di devastare le città europee per raggiungere i suoi obiettivi, i leader occidentali non si fanno illusioni. Il presidente Joe Biden lo ha etichettato come un criminale di guerra e i leader di Germania e Francia considerano questa guerra come un punto di svolta nella storia dell’Europa. Prima della guerra, la Russia ha chiesto che tutte le armi nucleari statunitensi fossero vietate al di fuori dei loro territori nazionali. Gli Stati Uniti si erano offerti di avviare colloqui sulla limitazione dei missili a corto e medio raggio, nonché su un nuovo trattato sui missili intercontinentali, ma per ora ci sono poche possibilità che ciò accada.

Quale futuro per la Russia?

Il presidente Putin è rimasto sbalordito dalla portata della risposta occidentale all’invasione. Sapeva che i membri della Nato non avrebbero mai messo le truppe in Ucraina, ma mai avrebbe potuto immaginare l’entità delle sanzioni che stanno già avendo un effetto drammatico sull’economia russa, ed è furioso. L’UE, gli Stati Uniti, il Regno Unito e altre nazioni occidentali hanno preso di mira l’economia russa in vari modi:

  • La banca centrale russa ha subito il congelamento dei suoi beni e le principali banche sono state escluse dalla rete internazionale di trasferimento di pagamenti SWIFT.
  • Gli Stati Uniti hanno vietato le importazioni di petrolio e gas russi; l’UE mira a ridurre di due terzi le importazioni di gas entro un anno; il Regno Unito a eliminare gradualmente il petrolio russo entro la fine del 2022
  • La Germania ha sospeso l’approvazione del gasdotto russo Nord Stream 2, un importante investimento sia della Russia che delle società europee
  • Alle compagnie aeree russe è stato vietato lo spazio aereo su UE, Regno Unito, Stati Uniti e Canada
  • Al presidente Putin, al ministro degli Esteri Sergei Lavrov e a molti oligarchi sono state imposte sanzioni personali.

Nessun accordo di pace con l’Ucraina porrà fine a queste sanzioni e Vladimir Putin lo sa. Ha preso di mira i russi che si sono opposti alla guerra. “Il popolo russo sarà sempre in grado di distinguere i veri patrioti dalla feccia e dai traditori”, ha affermato Putin. Sono stati arrestati più di 15.100 manifestanti contro la guerra e imbavagliati tutti i media indipendenti. Non è rimasta alcuna opposizione politica significativa: chi è fuggito all’estero o come nel caso dell’attivista dissidente Alexei Navalny, rimarrà in carcere per anni in regime di massima sicurezza.