CARACAS – Chavez è stato “avvelenato” con un cancro? Nicolas Maduro, vicepresidente del Venezuela è sicuro: “Il cancro è il risultato di un attacco da parte dei nemici storici”. Come Arafat.
Nicolas Maduro aveva annunciato ieri in lacrime che Chavez è deceduto alle ore 16.25 locali. “Non abbiamo alcun dubbio – ha affermato il vicepresidente venezuelano – arriverà il momento indicato dalla storia in cui si potrà istituire una commissione scientifica d’inchiesta che accerti come il comandante Chavez sia stato attaccato. Stiamo seguendo le piste degli elementi che configurano questo complotto velenoso”. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha dichiarato ‘assurde’ le accuse di complotto mosse dal Venezuela.
Secondo le informazioni derivate da uno scambio di mail tra informatori dell’agenzia di global intelligence pubblicato nei WikiLeaks, il tumore che ha colpito Chavez si era originato vicino alla prostata e da lì si era diffuso fino al colon.
Hugo Chavez è morto a causa di un cancro all’inguine di cui soffriva dal 2011. Proprio nello stesso anno era stato Chavez ad affermare che gli Stati Uniti avevano sviluppato una tecnologia “per indurre il cancro” fino a domandare: “Se avessero sviluppato questa tecnologia senza dirlo a nessuno, sarebbe così sorprendente?”
All’epoca Chavez citò anche i casi di tumore che colpirono molti leader sudamericani: dal tumore linfatico che aveva colpito, senza ucciderli, il presidente paraguayano Fernando Lugo e la presidentessa brasiliana Dilma Roussef; la presidentessa argentina Christina Fernandez de Kirchner si è operata a gennaio di cancro alla tiroide (suo marito e predecessore alla presidenza Nestor Kirchner era morto d’infarto a 60 anni); l’ex presidente del Brasile, Inacio Lula, dal 2011 è malato di tumore alla laringe.
Ma la domanda, a questo punto, è semplice: si può inoculare un tumore, nello specifico un tumore all’inguine? Esiste un’arma, una tecnologia che, come il famoso caso dell’ombrello bulgaro che avvelenò il dissidente Georgi Markov, riesce ad avvelenare l’avversario o, addirittura, ad inoculare un tumore?
Come riportato da Wired, citando Silvia Franceschi, epidemiologa dell’ Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione, la tesi del complotto sembra quantomeno improbabile:
“E’ molto difficile esprimersi non sapendo neanche che tipo di tumore sia stato. Quello che sappiamo è che una qualsiasi esposizione allo sviluppo di un tumore c’è un lungo periodo di latenza, circa 20-30 anni. Gli unici tumori che impiegano meno tempo, ma sempre anni, a formarsi dopo un’intensa esposizione a radiazioni sono le leucemie, i tumori del sangue. Quello che sappiamo e che è stato dichiarato in merito alla patologia del Presidente Chávez – per esempio, il fatto che sia stato sottoposto a operazioni chirurgiche e che gli sia stata asportata una massa solida dalla zona pelvica – fa però dubitare che si possa trattare di questo tipo di malattia, quanto un tumore solido“.