Mali. Liberato ostaggio francese, si apre spiraglio per Cicala

Pubblicato il 23 Febbraio 2010 - 22:27 OLTRE 6 MESI FA

Pierre Camatte, l’ostaggio francese rapito tre mesi fa in Mali, è stato rilasciato. «E’ libero e sta bene», ha annunciato questa sera, 23 febbraio, con una telefonata un negoziatore che ha seguito le trattative con i terroristi dell’Aqmi, il gruppo di Al Qaida per il Maghreb, che tiene ancora in ostaggio altri 5 europei: l’italiano Sergio Cicala e la moglie Philomene e tre cooperanti spagnoli.

E mentre dopo tre mesi si è così concluso positivamente il sequestro del francese, ora le attese e le speranze si concentrano sulla sorte degli altri rapiti. A cominciare proprio dall’italiano, Cicala, per il quale c’è ancora in piedi un ultimatum, fissato per lunedì prossimo primo marzo.

Sulla vicenda continua a vigere il più stretto riserbo ed il silenzio stampa, anche se qualche spiraglio è arrivato proprio l’altro ieri dal presidente maliano, Amadou Toumani, che ha parlato di “speranza” per la liberazione di tutti gli ostaggi, confidando per una rapida soluzione della vicenda.

La liberazione di Camatte arriva, intanto, a 48 ore dal rilascio dei 4 detenuti vicini all’Aqmi, posto come condizione dell’ultimatum lanciato dai terroristi per la liberazione del francese. Ultimatum fissato, in un primo momento, per sabato scorso e poi prorogato a oggi. I quattro, arrestati nell’aprile scorso, sono stati processati e condannati a nove mesi di prigione per detenzione illegale di armi ma sono stati rilasciati domenica notte, avendo di fatto già ampiamente scontato la pena.

Una liberazione che ha aperto un fronte ‘diplomatico’ con l’Algeria che oggi ha richiamato il proprio ambasciatore lamentando il rilascio di due dei quattro terroristi (quelli algerini) per i quali Algeri chiedeva, invece, l’estradizione. Per quanto riguarda i negoziati per la liberazione degli ostaggi italiani e di quelli spagnoli, resta da vedere se la liberazione dei quattro detenuti risponda o meno in ‘toto’ alle richieste dei rapitori.

Mentre per il francese la liberazione dei quattro sarebbe stata infatti indicata come condizione, per Cicala l’ultimatum – secondo quanto si era in grado di apprendere quando fu lanciato il 6 febbraio scorso – riguardava anche la liberazione di alcuni terroristi detenuti in Mauritania. E resta sempre da accertare se l’ultimatum per l’italiano riguardasse anche la moglie: nel messaggio infatti la consorte di Cicala, Philomene di origini del Burkina Fasu, non veniva citata.