Mosca e San Pietroburgo invase dai musulmani in festa per la fine del Ramadan

La moschea di Mosca

MOSCA, 30 AGO – Per il secondo anno consecutivo Mosca, come San Pietroburgo, ha subito l’invasione pacifica di decine di migliaia di musulmani per la festa della fine del Ramadan.

Un mare di fedeli, con un numero di moschee ormai insufficienti in un Paese che si proclama multietnico e multiconfessionale convivendo da secoli con l’Islam e ospitando attualmente la più grande comunità musulmana d’Europa: circa 20 milioni di fedeli, di cui quasi due nella capitale.

Nella sola Mosca sono affluiti oggi 90mila credenti, di cui circa la metà per entrare o avvicinarsi alla moschea principale di Prospect Mira, che però può accogliere solo 800 fedeli. Gli altri sono stati costretti a stendere i loro tappetini, spesso improvvisati con carta da parati venduta all’uscita del metrò, lungo i marciapiedi, le larghe strade, i binari del tram.

Molti si sono arrampicati dove potevano sugli edifici vicini, per ascoltare il capo mufti Ravil Gainudin, che ha annunciato una buona notizia: il governo intende costruire una nuova moschea a Mosca, finora osteggiata dagli abitanti locali. ”Un aiuto concreto” ai musulmani, ha sottolineato ringraziando i leader del paese, attentissimi a mantenere la pax etnico-religiosa.

E proprio oggi sia il leader del Cremlino Dmitri Medvedev che il premier Vladimir Putin hanno mandato i loro auguri alla popolazione musulmana, apprezzandone il contributo alla pace e alla cooperazione tra le varie confessioni.

Ma tra i moscoviti serpeggia la diffidenza e il malumore verso i sempre più numerosi seguaci dell’Islam, in gran parte legati al poco amato mondo caucasico e centro asiatico. E’ come se alla fine del Ramadan le due città scoprissero con inquieto stupore una realtà ignorata o esorcizzata per il resto dell’anno.

E le proteste non sono mancate oggi quando un pezzo di Mosca e di San Pietroburgo (dove i fedeli erano 70mila secondo la comunità islamica, 20mila per la polizia) si sono trasformate in moschee all’aria aperta, mandando in tilt il traffico cittadino.

Le zone riservate alla preghiera erano blindate dalla polizia, anche a cavallo, la circolazione bloccata, le vicine fermate della metro inaccessibili.

Ma nella sola Mosca vi sono solo quattro moschee: troppo poche per accogliere decine di migliaia di fedeli. Tanto che per la prima volta l’amministrazione della capitale ha concesso un padiglione del grande parco Sokolniki per la fine del Ramadan.

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