Siria, la presa di Idlib fa tremare la Turchia. Teme mezzo milione di profughi

Pubblicato il 15 Marzo 2012 - 20:28 OLTRE 6 MESI FA

ANKARA – La presa di Idlib nel nord-ovest della Siria da parte del regime di Bashar al Assad ha provocato un esodo di siriani terrorizzati verso la Turchia che sta costringendo Ankara a considerare possibile un disastro umanitario da mezzo milione di profughi e a studiare anche ufficialmente i piani per una ''buffer zone'' (zona cuscinetto, ndr) da creare probabilmente in territorio siriano per accogliere i rifugiati.

Anche se ''estremi'', l'esistenza di ''scenari'' da 500 mila profughi e' stata rivelata parlando in tv da Ahmet Lutfi Akar, il presidente della Mezzaluna rossa, l'equivalente musulmano della Croce rossa che si sta prendendo cura dei siriani in fuga ormai da quasi un anno in sette tendopoli.

Una cifra che come ha ricordato Akar ha un preciso precedente storico, peraltro evocato al massimo livello gia' nel giugno scorso: l'emergenza che si creo' 21 anni fa durante la prima guerra del Golfo, quando circa 500 mila curdi iracheni scalarono montagne innevate per fuggire in Turchia. Un vicepremier, Besir Atalay, ha detto di temere che nella massa dei disperati possano infiltrarsi anche terroristi curdi del Pkk.

"In base agli sviluppi'', ha avvertito uno dei quattro vice del premier Recep Tayyip Erdogan, ''valuteremo'' la ''creazione di una zona cuscinetto". Questa dichiarazione sulla buffer zone sembra rompere con le cautele (''non e' in agenda al momento'') mostrate ancora un mese fa da Ankara, notoriamente contraria a un intervento militare in Siria, paese con cui condivide un confine di 910 chilometri. E' comunque almeno da novembre che, a livello di vertice, la Turchia prospetta la possibilita' di creare una buffer zone in Siria in caso di esodo massiccio di profughi o di massacri in grandi citta'. Atalay comunque ha aggiunto che i turchi non si muoveranno da soli ma si coordineranno con la comunita' internazionale, in particolare con la Lega Araba.

Intanto, al culmine di un flusso formato da 5.000 profughi in dieci giorni, Atalay ha annunciato che solo oggi sono arrivati in Turchia 1.100 siriani (tra cui un altro generale disertore, il settimo), portando a 15 mila il numero dei rifugiati nella provincia di Hatay, quella con capoluogo Antiochia sul Mediterraneo.

Dopo le autorita' locali ora anche la Mezzaluna rossa reputa possibile l'arrivo di altri 50 mila profughi nei prossimi giorni e per questo si sta lavorando ad altre due tendopoli e a un agglomerato di prefabbricati piu' a ovest, nelle province di Gaziantep, Sanliurfa and Kilis.

Come gia' denunciato da Human Rights Watch segnalando prime vittime, Atalay ha confermato che la Siria ha piazzato mine lungo i sentieri utilizzati dai profughi per entrare in Turchia. Un altro vicepremier, Bulent Arinc, ha annunciato che i due giornalisti turchi dispersi a Idlib sono vivi e, anche se in mano a sostenitori del regime, il ministero degli Esteri di Ankara seguira' le procedure per riportarli a casa. Informazioni giornalistiche li vedono pero' in balia dei temuti servizi segreti siriani, con uno di loro (il cameraman Hamit Coskun) ferito e forse vittima di torture.