PATTANI (Thailandia) – Sei persone, tra cui un bambino di tre anni, sono state uccise in una sparatoria nell’estremo sud della Thailandia, afflitto dalla rivolta separatista. Lo ha riferito un alto funzionario assicurando che i negoziati di pace continuano dopo il fallimento dei colloqui due giorni fa in Malaysia.
Quattro uomini che indossavano uniformi delle forze di sicurezza thailandesi hanno aperto il fuoco mercoledì sera su un gruppo di abitanti che si trovava davanti ad un negozio di alimentari in un villaggio nella provincia di Pattani, una delle tre poste sotto lo stato di emergenza, ha detto Paradorn Pattanatabut, capo del Consiglio del Consiglio di sicurezza nazionale.
”Condanno questo atto di brutalità contro i civili, compresi i bambini”, ha detto, aggiungendo che una persona è rimasta ferita. Il gruppo responsabile per l’attacco non è stato identificato, ma ha lasciato una nota che suggerisce una vendetta dopo la morte di alcuni dei suoi membri.
Secondo quanto ha riferito la polizia locale, l’agguato nell’estremo sud musulmano della Thailandia è stato condotto da presunti separatisti islamici. Due giorni prima dell’attacco, una seconda tornata dei negoziati iniziati a marzo in Malaysia – i primi di sempre – si era conclusa con un nulla di fatto, dopo che le autorita’ di Bangkok si erano rifiutate di accogliere le principali richieste del ”Barisan Revolusi Nasional”, uno dei maggiori gruppi ribelli nella galassia separatista che opera nella regione.
Anche prima dell’ultimo attacco, i colloqui di pace non avevano fermato lo stillicidio di agguati e imboscate. Dall’inizio della rivolta separatista, nel 2004, oltre 5.500 persone sono morte nelle tre province di Pattani, Yala e Narathiwat, dove operano i ribelli. La zona – popolata all’80 per cento da musulmani di etnia e lingua malay, in una Thailandia al 95 per cento buddista – faceva parte di un sultanato indipendente prima di essere annessa dall’allora Siam a inizio Novecento.