Tunisia. Niente più censura per i siti web, gli internauti “brindano”

Pubblicato il 13 Gennaio 2011 - 23:22 OLTRE 6 MESI FA

E’ festa non solo nelle piazze ma anche su Internet: subito dopo il discorso televisivo del presidente tunisino Ben Ali, sono stati sbloccati – come promesso dal Capo dello Stato – diversi siti, inaccessibili da anni.

La notizia della rimozione della censura è apparsa su Facebook e si è subito sparsa tra il popolo degli internauti. Ora per i tunisini è possibile navigare in acque finore proibite, come tra le news online o i video di Al Jazeera, Flickr, Youtube, Wat.tv, Daily Motion, del sito della radio di opposizione Kalima ed di altri ancora.

In molti hanno brindato, a loro modo, alla fine della censura del Ministero degli Interni, che veniva chiamata ”Ammar 404”. ”Ammar 404 è in sciopero”, ”by bye Ammar 404”, si rincorrevano i messaggi sul web.

Nel Paese l’uso di Internet e’ molto diffuso. Basti dire che i membri di Facebook costituiscono il 18.6 per cento della popolazione, secondo una recente ricerca di mercato: una quota altissima, seconda solo alla Germania. Stasera in molti si sono buttati a scaricarsi un libro finora severamente vietato in Tunisia: ”La reggente di Cartagine”, scritto dai giornalisti francesi Nicolas Beau e Catherine Graciet sul ruolo che svolge la moglie di Ben Ali, la signora Leila Trabelsi.

A gioire per la nuova libertà di stampa e di espressione sono ovviamente gli oppositori politici. Quello di Ben Ali ”è stato un discorso importante e inaspettato che viene incontro alle aspettative della societa’ civile”: ha commentato senza esitazioni il principale leader dell’opposizione tunisina, Najib Chebbi.

”Il presidente ha toccato il cuore del problema, ovvero la richiesta di riforme. Francamente non mi aspettavo che affrontasse tali questioni”. Per l’opposizione sarà più facile adesso farsi sentire: Chebbi ha chiesto che venga ora creata una coalizione di governo per gestire il processo di riforma. Najib Chebbi è l’unico politico dell’opposizione visto dai diplomatici occidentali come un potenziale partner. Il piccolo partito da lui fondato, il Pdp, ha boicottato le ultime elezioni presidenziali, e agenti in borghese hanno, almeno fino ad oggi, vigilato sul quartiere generale dell’organizzazione politica. ”Tocca a noi dell’opposizione e a quelli al potere trovare una pacifica e graduale uscita da questa crisi”, ha aggiunto.