Usa, Texas. Docente universitario dimostra errore in una condanna a morte

Pubblicato il 15 Maggio 2012 - 19:12 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK, STATI UNITI – Uno degli argomenti più persuasivi contro la pena di morte è la terrificante possibilità di uccidere erroneamente un innocente. James Liebman, docente di legge alla Columbia University di New York, ed i suoi collaboratori, hanno dimostrato che una cosa del genere è accaduta in Texas nel 1989.

Carlos De Luna è stato messo a morte con iniezione letale perchè trovato colpevole di aver ucciso a coltellate sei anni prima Wanda Lopez, attendente di una stazione di servizio a Corpus Christi.

De Luna, che aveva lasciato la scuola in terza media, ha proclamato la sua innocenza dal momento in cui gli agenti lo hanno messo in machina per portarlo in prigione fino a quando è stato giustiziato. Ma Liebman ha pubblicato un voluminoso rapporto sulla Human Rights Law Review secondo cui De Luna ha perso la vita per un crimine che non aveva commesso. Scadente lavoro della polizia, il rifiuto del procuratore di seguire la pista di un altro sospetto e una difesa d’ufficio incompetente sono responsabili, sostiene Liebman, dell’invio di De Luna nel braccio della morte.

Gli inquirenti trattarono l’omicidio della Lopez alla stazione di servizio Sigmor Shamrock il 4 febbraio 1983 come una rapina finita male. De Luna, che a quel tempo aveva 20 anni ed aveva numerosi precedenti penali, fu trovato nascosto sotto un furgone poco distante con in tasca 149 dollari. Testimoni oculari hanno costituito la base delle accuse contro di lui, ma le loro testimonianze, rileva Lieber, ad un attento esame sono risultate confuse e contraddittorie.

Il procuratore dell’accusa e la polizia ignorarono elementi secondo cui era stato Carlos Hernandez, un amico di De Luna con la reputazione di portare sempre con sè un coltello, ad uccidere la donna. Liebman e il suo team portarono le loro rilevazioni al Chicago Tribune, che nel 2006 le pubblicò con grande risalto convalidando la tesi secondo cui l’assassino della Lopez era stato, di fatto, Hernandez, che tra l’altro somigliava molto a De Luna. Svariate persone riferirono al Tribune che Hernandez, morto in prigione per cirrosi epatica nel 1999, aveva confessato di essere lui l’assassino.

Da quando la Corte Suprema ha reintrodotto la pena di morte negli Stati Uniti nel 1976 ci sono state 1.295 esecuzioni, secondo i dati forniti dal Death Penalty Information Center. Il maggior numero di esecuzioni, 482, ha avuto luogo in Texas. Dice Liebman: ”Ci sono molti casi di condannati a morte che nessuno ha mai esaminato attentamente e che in certi casi potrebbero essere innocenti. La vicenda di De Luna dovrebbe allertare tutti di quali rischi si corrono con l’applicazione della pena capitale”.