La versione della Cia: Bin Laden “il camminatore” spiato per mesi 24 ore su 24

Pubblicato il 6 Maggio 2011 - 20:40 OLTRE 6 MESI FA

Osama Bin Laden

ISLAMABAD – La versione della Cia è questa: Bin Laden è stato seguito passo dopo passo, spiato 24 ore su 24 da una casa affittata ad Abbottabad in Pakistan per mesi interi fino al blitz di quattro giorni fa.

Telecamere a raggi infrarossi, microfoni direzionali per captare le voci a distanza, radar satellitari per per cercare eventuali tunnel sono state usate secondo quanto hanno riferito oggi Wahington Post e New York Times. L’operazione è cominciata dal luglio scorso con il pedinamento del ‘corriere’ di Bin Laden, Sheikh Abu Ahmed (nome di battaglia Abu Ahmed al-Kuwaiti).

Seguendo lui, gli agenti della Cia sono risaliti a quello strano compound di Abbottabad, hanno preso in affitto una casa da cui si vedeva l’edificio sospetto e per mesi hanno cominciato un attivita’ di osservazione estenuante. L’hanno condotta 24 ore al giorno per mesi, nel più assoluto segreto,facendo attenzione ad essere ‘invisibili’ non solo – come è ovvio – agli occhi di coloro che stavano spiando, ma anche agli occhi dell’intelligence pakistana, rimasta all’oscuro di tutto.

”Si è trattato di un lavoro fisicamente penoso – hanno riferito le fonti Cia ai due quotidiani Usa – che ha fornito materiale prezioso, il miglior dal 2007”. Protetti da dietro a vetri a specchio, gli agenti per mesi hanno osservato gli spostamenti di tutti coloro che vivevano nell’edificio. In particolare hanno inviduato colui che hanno definito ”il camminatore”, un uomo alto che ogni giorno faceva brevi passeggiate all’interno del cortile. Hanno pensato si trattasse di Bin Laden. Ma nonostante i raggi infrarossi, le foto, i video, le voci captate, non sono mai riusciti ad avere la certezza che fosse lui. Finché, il giorno prima del blitz, lui è stato individuato mentre si trovava al terzo piano dell’edificio, all’ingresso di una stanza.

”All’80 per cento” era lui, e quella era senz’altro ”la miglior informazione di intelligence dal 2007”. Risaliva infatti a 4 anni prima l’ultima localizzazione attendibile di Bin Laden: Tora Bora, in Afghanistan. La Cia riteneva stesse organizzando un attentato su larga scala e per questo gli Usa si decisero quell’anno per un bombardamento massiccio. Non era necessaria l’autorizzazione del presidente Bush, l’Afghanistan era zona di guerra. Ma quando i bombardieri erano già in volo da Washington arrivò  il contrordine: Bin Laden non è lì, rientrare, il rischio di vittime civili è troppo alto. Si ripiegò su un raid molto più contenuto.

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dato l’ordine ai Navy Seals sulla base di un’intelligence analoga: ”all’80%” Bin Laden è lì. Con questa differenza: il Pakistan non è zona di guerra, per l’operazione era necessario il suo via libera. Obama aveva prima ascoltato i pareri del suo consiglio di sicurezza, poi si era preso una notte per decidere, sapendo che in quella piccola città del Pakistan ”forse” c’era Bin Laden: ”60-80 possibilità su 100 che fosse lui”. Venerdi’ 29 aprile ha chiamato l’ammiraglio William McRaven, responsabile delle Forze Speciali, per dirgli: ”It’s a go”. E domenica 1 maggio ha visto dalla Situation Room i Navy Seals entrare in azione.