
Il ricercatore italiano Alessandro Coatti ucciso e fatto a pezzi in Colombia. La rapina o il traffico d'organi, le ipotesi sulla sua macabra morte (foto Ansa) - Blitz Quotidiano
È un giallo la morte del biologo molecolare italiano di 38 anni, Alessandro Coatti, originario di Portomaggiore in provincia di Ferrara, ucciso e fatto a pezzi in Colombia mentre si trovava nella città di Santa Marta. La testa, le braccia e i piedi del ricercatore laureato alla Normale di Pisa, specializzato al Max Planck Institute e fino a qualche mese fa dipendente della Royal Society of Biology di Londra, sono stati trovati domenica da un gruppo di bambini in una valigia nei pressi dello stadio locale. Dentro a un sacco abbandonato nei pressi delle acque del torrente Manzanares e all’altezza del ponte La Platina nella frazione di Minuto de Dios, sono stati invece rinvenuti il torso e le gambe dello studioso. Su quanto accaduto non si sa ancora molto e ci sono solo alcune ipotesi.
Santa Marta metà turistica
Santa Marta è una città di mezzo milione di abitanti che si affaccia sul mar dei Caraibi nel dipartimento settentrionale di Magdalena. È circondata dalla catena montuosa della Sierra Nevada ed è un importante centro turistico per via delle sue bellezze naturali e per il fatto di essere la città colombiana più antica ancora esistente. Coatti non si trovava quindi in una località sperduta e particolarmente pericolosa.
La serata passata nel locale notturno
A quanto pare il 38enne era andato in un locale notturno e non è stato più visto tornare in hotel. Qui o nei pressi del locale potrebbe essere stato ucciso a causa di una rapina non andata a buon fine. Coatti tuttavia non era uno sprovveduto dato che era in Sudamerica per turismo e viaggiava da solo. Aveva già visitato Perù, Bolivia e Ecuador. La Polizia è riuscita a risalire all’identità grazie al bracciale dell’albergo Marovi che l’uomo aveva ad un polso. Ora ulteriori dettagli sulla sua morte sono attesi dall’autopsia e dagli altri accertamenti in corso sui resti.

Ipotesi traffico di organi
Lo zio Giovanni, al Resto del Carlino ha spiegato di non credere all’ipotesi rapina: “Siamo increduli, non riusciamo a capacitarci. Era un bravo ragazzo, una persona aperta, solare. Non aveva nemici, non era litigioso. L’ipotesi della rapina non mi convince: lui non ostentava ricchezza. Non riesco invece a scacciare un pensiero: quello del traffico d’organi”. Bisognerebbe però capire la ragione per cui i resti di Coatti sono stati poi abbandonati in strada.
Il personale dell’hotel che si trova nel centro della città ha descritto Coatti come una persona tranquilla: “Era la prima volta che veniva nel nostro hotel” ha riferito una dipendente delle reception. “Era una persona tranquilla: lo abbiamo visto uscire e tornare sempre da solo. Non lo abbiamo mai visto parlare con nessun altro. Niente di sospettoso insomma da segnalare”. Il 38enne italiano era a Santa Marta dallo scorso 3 aprile. Avrebbe dovuto lasciare la struttura per andare al mercato pubblico con l’intenzione di trovare un mezzo per raggiungere il Parque Tayrona, una rinomata meta turistica a ridosso della città. Coatti aveva più volte detto anche di voler arrivare a Minca, un villaggio che si trova nella Sierra Nevada e che fino a qualche anno fa era inaccessibile a causa della presenza di gruppi paramilitari. La località è oggi invece conosciuta come un paradiso per gli amanti della natura.
Il sindaco di Santa Marta ha messo una taglia da 10mila euro
Per aiutare a capire cosa possa essere accaduto Carlos Pinedo Cuello, il sindaco di Santa Marta, ha offerto più di 10mila euro (50 milioni di pesos colombiani) per avere delle informazioni che permettano di risalire ai responsabili dell’omicidio. Cuello ha anche disposto il coordinamento di una squadra investigativa speciale e su Facebook ha scritto: “I criminali devono sapere che qui non c’è posto per loro”.
La notizia della morte dello studioso ha trovato ampio spazio sui media britannici. Coatti aveva infatti trascorso gli ultimi dieci anni a Londra. Qui aveva effettuato i suoi studi post-laurea sulle neuroscienze alla University College e per otto anni (fino a fine 2024) era stato impiegato alla Royal Society of Biology. Gli ex colleghi, sul portale dell’organizzazione scientifica, si dicono “sconvolti” per la tragica fine “di Alessandro, detto Ale”, e ricordano che la vittima “aveva lavorato” con loro “per otto anni come responsabile del team della politica scientifica, prima di essere promosso a responsabile senior”. Coatti viene descritto come “uno scienziato appassionato e dedito alla ricerca”, un elemento che conferma la sua personalità tranquilla e appassionata alla scoperta.
Della vicenda si sta interessando ovviamente anche l‘Ambasciata italiana a Bogotà che in stretto raccordo col ministero degli Esteri “segue con la massima attenzione” la vicenda ed è in contatto con i familiari e le autorità locali, assistendo la famiglia in tutti i passaggi per il rientro della salma. Intanto la Procura di Roma ha dichiarato che avvierà un fascicolo di indagine come avviene sempre in questi casi.