Sophie Codegoni: “Con Basciano sto vivendo l’inferno. Decisive le chat di 3 anni di rapporto”

“Tante volte ho pensato: ma chi me l’ha fatto fare di denunciare? È tostissimo. So di aver fatto la cosa giusta, ma sto vivendo un inferno”. Con queste parole, Sophie Codegoni, 23 anni, influencer con oltre un milione di follower, confida al Corriere della Sera il dolore che sta attraversando dopo aver denunciato Alessandro Basciano, suo ex compagno e padre di sua figlia, per stalking aggravato. La Corte di Cassazione, lo scorso 30 aprile, ha confermato per Basciano l’obbligo di braccialetto elettronico, il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri e il divieto di comunicazione con Sophie e la loro bambina. L’uomo si trova attualmente a Miami. La relazione era nata sotto i riflettori del Grande Fratello Vip, ma ben presto è degenerata in violenze psicologiche e verbali continue.

Il dispositivo e la paura

Sophie oggi indossa un dispositivo di sicurezza: “Me l’hanno dato i carabinieri, lo scorso dicembre, in virtù della mia situazione di vittima di stalking. Grazie a questo le forze dell’ordine sanno dove sono e se clicco un tasto arrivano le pattuglie. Mi sento più tutelata e protetta con questo”.

La giovane madre aveva provato a ricostruire un rapporto, spinta dalle promesse di cambiamento di Basciano. Ma il tentativo è stato breve. “Presto ho capito che sarebbe stato un altro fallimento – racconta Sophie Codegoni – Io avevo il mio lavoro, i miei amici, tutte cose per lui insopportabili. Mi diceva sempre: “io devo essere la tua priorità, qualunque cosa tu stia facendo, se io ti chiamo devi mollare tutto. E se non mi rispondi al primo squillo, faccio un casino”.

La giustizia e il giudizio degli altri

Il 21 novembre Basciano è stato arrestato, ma rilasciato dopo 48 ore. “Credo sia riuscito a far credere che io esageravo – racconta Codegoni –. Ha presentato screenshot di alcune mie frasi positive, omettendo il resto. Ho sentito su di me gli sguardi dubbiosi della gente. È stata durissima”. Ma finalmente, qualcosa è cambiato: “Però dopo la scarcerazione in Procura mi hanno ascoltato per cinque ore. Ho consegnato il mio telefono e l’hanno tenuto 48 ore, così hanno visto e letto le chat di tre anni di rapporto tra me e lui”.