
Tenta di strangolare una giovane con un laccio vicino alla stazione di Bergamo, arrestata una 36enne (foto ANSA) - Blitz quotidiano
A Bergamo, in via Bonomelli, si è consumato un episodio di violenza che ha scosso la comunità locale. Una studentessa di 22 anni, diretta all’Università e in procinto di raggiungere la stazione, è stata vittima di un attacco improvviso. Una donna di 36 anni, identificata come Silvia Pugliese, l’ha sorpresa da dietro e, con estrema violenza, le ha stretto un laccio intorno al collo nel tentativo di soffocarla. La rapidità dell’azione della giovane, che ha reagito immediatamente gettandosi in strada per attirare l’attenzione degli automobilisti, ha fatto la differenza, permettendole di scampare a un’aggressione dall’esito potenzialmente tragico. I militari intervenuti sul posto e l’analisi dei filmati delle telecamere hanno fornito elementi preziosi alle autorità, che hanno prontamente emesso un’allerta e identificato la sospetta grazie alle testimonianze dei presenti.
Il profilo dell’aggressore e le motivazioni
Silvia Pugliese, originaria di San Benedetto del Tronto, è già nota agli inquirenti per precedenti penali, tra cui furto, ricettazione e oltraggio a pubblico ufficiale. Durante l’udienza, la stessa Pugliese ha tentato di giustificare il suo gesto, sostenendo di aver agito in un momento di estremo sconforto e tristezza. Pur non avendo la studentessa come bersaglio personale – la vittima era stata scelta casualmente – l’aggressione appare come l’espressione di una situazione interiore particolarmente deteriorata. La donna ha spiegato che il gesto, sebbene non voluto, le è sembrato l’unica via per “riprendere in mano la sua vita” dopo essere stata oppressa da un sistema che, a suo dire, si prende gioco delle persone. L’evento ha suscitato un acceso dibattito non solo per la sua gravità, ma anche per la scelta dell’arma impropria: un laccio, simbolo di una violenza improvvisa e disorganizzata, utilizzato per infliggere lesioni aggravate.