Carabinieri Nas: sequestro Focaccia Recco export, legge Igp

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Dicembre 2015 - 13:59| Aggiornato il 23 Dicembre 2015 OLTRE 6 MESI FA
Focaccia Recco Igp, vietato esportarla: si rischia denuncia

(Foto d’archivio)

RECCO (GENOVA) –   Sono arrivati i carabinieri del Nas allo stand ufficiale della focaccia al formaggio di Recco e hanno fermato tutto, bloccando la speciale pronozione della focaccia col formaggio di Recco che era in corso  alla Fiera dell’artigianato di Rho, Milano, con tanto di denuncia per frode in commercio.

La legge è legge e il bollino Igp (Indicazione geografica protetta) è una cosa seria. Ma l’abbiamo voluta noi la Igp, è nostra, hanno provato a difendersi quelli di Recco. Però qui non siete a Recco, hanno replicato i carabinieri del Nas, siete a Rho, alle porte di Milano, 170 chilometri a Nord, quindi all’estero e non potete produrre quella cosa divina croccante e pastosa grondante formaggio sciolto che è la focaccia e chiamarla di Recco. Quella si può produrre e diffondere solo nel territorio definito dal bollino Igp: Recco, appunto, e poi Camogli, Avegno e Sori.

È stata come una nemesi che ha colpito una iniziativa puramente commerciale, che aveva lasciato perplessi molti. Se la focaccia è di Recco, si erano chiesti molti appassionati della focaccia e conoscitori del territorio, cosa c’entrano Sori e ancor più Camogli, che se vuoi individuare il paradigma dell’odio fra popoli vicini quello fra Recco e Camogli è lì, vivo e pulsante, sotto gli occhi di tutti. Per dare un esempio: “L’unica cosa intelligente che hanno fatto a Camogli l’ha fatta uno di Recco” è una frase pronunciata di recente ad alta voce da un cameriere in uno dei ristoranti di Recco dove la focaccia col formaggio raggiunge il sublime.

Crede ancora alla idea della Igp Cesare Carbone, pro nipote per parte di madre della Manuelina che nel 1885 aprì il ristorante fatto grande dal padre di Cesare, Gianni Carbone: la focaccia di Recco, sostiene, “mica è una pizza con un po’ di formaggio sopra: doveva essere difesa da mille imitazioni”.

E la nemesi ha colpito proprio il banchetto che Lucio Bernini, il promotore del Consorzio che per anni si è battuto con l’obiettivo di ottenere l’Igp, aveva allestito alla Fiera dell’artigianato di Rho e offriva, per promozione, la focaccia di Recco al formaggio.

L’intervento dei carabinieri dei Nas risale ai primi di dicembre 2015, ma la vicenda è stata rivelata sul Secolo XIX di Genova da Marco Menduni un paio di settimane dopo.

Nel bello della distribuzione della focaccia arrivano i Nas, fanno riavvolgere gli striscioni e parte una denuncia per frode in commercio. Le regole sono regole: nessuno può servire altrove la focaccia col formaggio di Recco se non a Recco: neppure chi ha voluto la prestigiosa attestazione europea.

La focaccia di Recco, ricorda Marco Menduni, ha guadagnato il bollino europeo di qualità Igp (Indicazione geografica protetta) ma non può essere esportata o fatta altrove che non sia Recco, o tutt’al più Avegno, Camogli e Sori, sempre in provincia di Genova. Tanto che lo stesso Consorzio focaccia di Recco che si è impegnato perché venisse riconosciuta come Igp, è stato denunciato per frode in commercio per aver fatto assaggiare la deliziosa sfoglia col formaggio alla Fiera dell’artigianato di Rho (Milano).

Tutto perché i promotori del Consorzio avevano presentato la loro focaccia come “di Recco” pur essendo a Milano. Secondo il rigido disciplinare dell’Igp, spiega Marco Menduni, qualunque focaccia al formaggio prodotta o anche solo scongelata fuori dal territorio di Recco è, appunto, solo una semplice focaccia al formaggio. E le conseguenze nel paese diventato eccellenza gastronomica d’Italia, sono gravi, come spiega Menduni:

“Si scopre che al consorzio hanno aderito solo otto ristoranti nella cittadina e tre nella vicina Sori. Bernini scrive una lettera ai consorziati, lanciando sospetti contro la persona «che per anni ci ha contrastato in tutte le sedi possibili e immaginabili». I detrattori vengono allo scoperto. Ci si mette anche Biagio Palombo, titolare della storica Baracchetta sul molo. Aveva iniziato la battaglia per l’Igp, l’ha abbandonata intuendo le conseguenze: «Che Recco non si possa più promuovere in giro è assurdo». Il caso diventa politico. Il sindaco Dario Capurro: «L’Igp è stata una conquista, ma se non possiamo usare il marchio Recco fuori dai confini diventa un boomerang».

Intanto Tossini, il maggior produttore di focaccia al formaggio da esportazione, cambia confezioni, lasciando il nome della città solo nel marchio: «Fratelli Tossini Recco». Il nome di Recco sparisce anche dal menù della Manuelina. E la celeberrima focaccia al formaggio diventa così: focaccia Manuelina. Sia qui, sia soprattutto nella sede milanese, alla Rinascente. Che quella sia la focaccia al formaggio di Recco, in faccia al Duomo, si può (forse) solo dire”.