Addio Imu? Al suo posto nuova tassa comunale che accorpi anche la Tares

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Maggio 2013 - 12:59| Aggiornato il 7 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – All’Imu si potrà dire addio, ma siccome in economia non ci sono pasti gratis, bisognerà un modo per garantire ai Comuni quei fondi che nel 2012 sono arrivati grazie all’odiata tassa sugli immobili.

Il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni non vuole che l’operazione “aboliamo l’Imu”, tenacemente caldeggiata da Berlusconi e dal Pdl, sia fatta in deficit, ovvero incidendo negativamente sul bilancio dello Stato.

Allora una delle ipotesi possibili è quella di varare una nuova “tassa comunale”, un’Imposta di servizio ai Comuni, che unisca l’imposta sulle case e sugli immobili a quella sui rifiuti. Ovvero alla Tares, versione riveduta e aggiornata della Tarsu e delle Tia, che “debutta” a fine 2013 e che dovrebbe portare un miliardo di euro nelle casse dei sindaci italiani.

Scrive Mario Sensini sul Corriere della Sera:

Anche la nuova imposta, come l’Imu da quest’anno e la futura Tares, sarebbe interamente a favore dei Comuni, che potrebbero, come nel caso dell’Imu, intervenire per modificare marginalmente le aliquote.

La nuova tassa potrebbe inglobare anche una parte del gettito dell’imposta di registro, che si paga sul trasferimento degli immobili, e che tendenzialmente verrebbe alleggerita e poi, se ci saranno i margini, abolita del tutto.

Naturalmente la nuova tassa dovrà trovare forme di applicazione diverse da quelle attuali dell’Imu, per evitare che l’operazione si traduca meramente in un aumento secco delle tasse da un miliardo laddove i cittadini invece si attendono l’alleggerimento delle tasse sulla casa. La base imponibile, che oggi è rappresentata dalla rendita catastale dell’immobile moltiplicata per un certo coefficiente di rivalutazione, potrebbe essere riconsiderata, anche in funzione di un collegamento della riforma delle imposte sugli immobili con quella del catasto.

Potrebbero essere aumentate le detrazioni per i figli a carico, in modo da alleggerire quella che sarà la futura tassa di servizio per le famiglie numerose (anche nel calcolo della futura tassa sui rifiuti si terrà conto, più che dei metri quadri dell’abitazione, del numero dei componenti del nucleo familiare). Oppure potrebbe essere introdotta una sorta di franchigia che esenti dal pagamento dell’imposta i proprietari che hanno i redditi più bassi.