Libertà d’impresa, apertura dell’Antitrust: “Sì alle modifiche della Costituzione”

Pubblicato il 15 Giugno 2010 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA

L’Antitrust vede con favore la modifica dell’articolo 41 e dell’articolo 118 della Costituzione per favorire una maggiore libertà economica. Nella relazione annuale al Parlamento il Garante della concorrenza, Antonio Catricalà, ha espresso il “favore” dell’Autorità “per le recenti dichiarazioni del governo sulla volontà di aprire una nuova stagione di liberalizzazioni”. Dunque anche all’Autorità preposta a garantire la concorrenza e e la libertà del mercato pensano che sia la Costituzione a frenare lo sviluppo dell’iniziativa privata. Solo qualche giorno fa l’economista Michele Ainis, dalle colonne della Stampa, ricordava che l’istituzione del Antitrust è del 1990 e bene o male funziona da allora, e che l’art. 117 della Costituzione assegna alla legislazione dello Stato la «tutela della concorrenza».

Secondo la lettura di chi vede nella Carta fondamentale un intollerabile pregiudizio “stalinista” verso la libera impresa, allora l’Antitrust sarebbe incostituzionale? E il “fiume di norme” sul libero mercato dell’Europa recepite nel nostro ordinamento non contano? L’aggressione alla Costituzione sembra scaricare sui padri costituenti l’impotenza dei politici attuali a fare le riforme necessarie, come le liberalizzazioni da troppo tempo evocate e mai efficacemente introdotte. Il fuoco di fila cui partecipano la Confindustria, il premier, il ministro dell’Economia e da ultimo il capo dell’Antitrust ha il sapore di una resa dei conti di stampo ideologico, nella ricerca di un capro espiatorio tanto affannosa quanto mal indirizzata.

“Ben vengano  le riforme costituzionali utili a tal fine”, esulta Catricalà, aggiungendo che serve “l’iniezione di dosi massicce di concorrenza” come antidoto alla crisi perché il Paese non può più “pagare il prezzo di politiche anticompetitive”.

Per questo è urgente l’approvazione “in tempi certi, come accade per la manovra di bilancio e finanziaria” della legge annuale sulla concorrenza passando dalle parole “a fatti concreti”.

Catricalà ha poi indicato come “prioritari” interventi nei settori della poste, dei trasporti, dell’energia e della finanza. “Il termine di legge previsto per l’approvazione del progetto in Consiglio dei ministri – ha osservato – è scaduto, ma il disegno governativo non è stato ancora presentato”.

La strada per le riforme può essere intrapresa, secondo Catricalà, partendo da una legge ordinaria, così come indicato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: “Condividiamo la necessità di anticiparne gli effetti con legge ordinaria, che garantisca a chiunque il diritto di intraprendere senza oneri burocratici”.

Per il Garante “c’é anche l’urgenza di consentire alle nuove imprese e a quelle già esistenti di crescere e produrre ricchezza. Va quindi riformato il contesto di mercato oggi ostile al pieno esercizio dell’iniziativa economica. Lo strumento c’é, – ha detto parlando della necessaria legge sulla concorrenza – le idee non mancano, occorre tradurle senza ulteriore indugio in norme e fatti concreti”.

L’Antitrust reclama quindi “l’iniezione di dosi massicce di concorrenza” come antidoto alla crisi perché il Paese non può più “pagare il prezzo di politiche anticompetitive”. Per questo è urgente l’approvazione “in tempi certi, come accade per la manovra di bilancio e finanziaria” della legge annuale sulla concorrenza passando dalle parole “a fatti concreti”.

“Il termine di legge previsto per l’approvazione del progetto in Consiglio dei ministri – ha osservato ancora Catricalà – è scaduto, ma il disegno governativo non è stato ancora presentato”.