Art. 18, aziende: “Non riusciamo a licenziare nemmeno chi non fa nulla”

Pubblicato il 22 Febbraio 2012 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA

Operai fuori dai cancelli dello stabilimento Fiat di Mirafiori (Foto LaPresse)

ROMA -Mentre Emma Marcegaglia e la Cgil si danno battaglia sull’articolo 18, le imprese lanciano un grido d’allarme: a causa dell’articolo 18 non riusciamo a liberarci di chi non lavora e così facendo siamo costretti a bloccare le assunzioni. Secondo un articolo su ‘La Stampa’ molti imprenditori guardano all’articolo 18 come a una zavorra. Tutto perché la legge è lasciata, per così dire, alla libera interpretazione: si dice che è vietato licenziare senza “giusta causa”, ma nessuno è in grado oggettivamente di stabilire quale sia, al di là di singoli casi di lavoratori colto in flagrante a rubare, una “giusta causa”. Ad esempio: come si fa a licenziare un lavoratore che non fa il proprio dovere o che lavora poco? Come si fa a stabilire se i livelli di produzione sono inferiori al dovuto e quindi è “giusto” licenziare?

Sulla ‘Stampa’ un imprenditore metalmeccanico reggiano, alla guida di un gruppo da quasi 2mila addetti, ad esempio dice: “Per far scattare il licenziamento dev’essere davvero il più basso di tutti i lavoratori della azienda, sotto la soglia dell’adempimento stesso. Per essere licenziato non basta fare poco e male la propria mansione, devi proprio fare nulla”. Per questo “l’art. 18 così configurato frena molte assunzioni: quando hai la sfortuna di portarti in casa gente del genere diventa poi impossibile provare lo scarso rendimento e sbarazzartene”. Insomma solo se la fai grossa difficilmente la passi e l’azienda ti può licenziare. E non è nemmeno detto.

La questione dell’articolo 18, tra l’altro, è veramente marginale nel marasma della giurisdizione sul lavoro italiana. Come fa notare Maurizio Del Conte, docente di diritto del lavoro all’Università Bocconi di Milano, infatti circa la metà del totale dei lavoratori italiani è “coperto” da articolo 18. Secondo l’Istat in Italia ci sono circa 23 milioni di lavoratori attivi. Tolti i liberi professionisti, ne restano 21. Di questi, 3 sono impiegati pubblici, quasi 10 milioni sono occupati in Pmi con meno di 15 addetti (e quindi non tutelati dall’articolo 18) contro i quasi 8 in aziende medio grandi a cui si applica pienamente il regime protettivo. Se poi analizziamo i reintegri in azienda a seguito di contenziosi aperti sulla base dell’art.18, si tratta di numeri infinitesimali: tra le 300 e le 500 posizioni ogni anno rispetto al mare magnum delle 160 mila causa di lavoro totali che ingolfano a getto continuo i nostri tribunali.