Banca Etruria, chiesti 400 milioni agli ex amministratori. C’è anche Pier Luigi Boschi

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Ottobre 2017 - 16:32 OLTRE 6 MESI FA
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Banca Etruria, chiesti 400 milioni agli ex amministratori. C’è anche Pier Luigi Boschi

ROMA – Gli ex consiglieri e sindaci di Banca Etruria sono stati citati davanti al tribunale civile di Roma per i danni causati dalla loro gestione: il liquidatore, con il via libera della Banca d’Italia, ha chiesto loro 400 milioni di risarcimento. Lo riportano in prima pagina Corriere della Sera, Messaggero e Stampa.

“Si tratta di 37 persone”, si legge sul quotidiano di via Solferino, “che hanno governato la banca dal 2010 fino al crac. Tra loro anche l’ex vicepresidente Pierluigi Boschi, padre della sottosegretaria Maria Elena. I manager, accusati di aver depauperato il patrimonio dell’istituto, dovranno presentare le memorie difensive. (…) Tra gli obiettivi della causa civile c’è la possibilità di poter utilizzare il denaro proveniente dagli eventuali indennizzi per gli obbligazionisti subordinati”.

Secondo il Corriere della Sera, l’azione di responsabilità “mira ad ottenere i fondi necessari a ristorare i creditori che hanno subito perdite” quando, nel novembre del 2015, il governo decise di mettere in liquidazione Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca Marche.

Con Pierluigi Boschi, riporta il Messaggero, anche “gli ex presidenti Lorenzo Rosi e Giuseppe Fornasari, il direttore generale Luca Bronchi (gratificato con una liquidazione da 1,2 milioni di euro), e il suo omologo Alfredo Berni dovranno rispondere in solido per ‘il ristoro dei danni arrecati alla Etruria, nonché ai creditori sociali’. Chiamata a risarcire anche la società di revisione PriceWaterhouseCoopers, oltre agli eredi di quattro manager deceduti. La citazione è stata depositata lunedì al tribunale civile di Roma: l’azione di risarcimento, autorizzata da Bankitalia, è stata sottoscritta anche da Ubi Banca che lo scorso maggio, con il contratto di acquisto della nuova Banca Etruria, si era impegnata ad aderire alla causa civile”.