Banche, 2 miliardi abbandonati nei conti correnti. Attenti ai parenti in età

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 5 Settembre 2017 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA
Banche, 2 miliardi abbandonati nei conti correnti. Attenti ai parenti in età

Banche, 2 miliardi abbandonati nei conti correnti. Attenti ai parenti in età

ROMA – Conti correnti dimenticati, un tesoro che vale 2 miliardi e che le banche trasferiscono allo Stato visto che, per legge, nessuno è tenuto ad avvertire o tantomeno tentare di rintracciare i legittimi eredi. Quindi attenti ai parenti in età. E allora attenzione al nonno, alla zia smemorata o al lontano cugino che potrebbero avere conti in banca di cui i parenti possono non essere a conoscenza. E se la conoscenza è potere, in questo caso diventa anche denaro. A dare corpo e numeri alla norma approvata nel 2005 e fortemente voluta dall’allora Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, è un’indagine di Flavio Bini su Repubblica.

La norma in questione stabilisce che tutti beni non rivendicati dagli eredi legittimi entrano in possesso dello Stato; non solamente i conti correnti, ma qualsiasi bene economico appartenente al de cuius che non viene riscosso dall’erede, come ad esempio le assicurazioni. Una norma per certi versi di buon senso, almeno là dove non ci siano eredi prossimi. E’ infatti eticamente condivisibile la regola per cui quello che in banca viene dimenticato entri in possesso della collettività. Tanto più che i fondi in questione dovrebbero servire per alimentare le assicurazioni per chi in banca perde i propri risparmi. Che lo Stato non sempre utilizzi in questo modo quanto recuperato è però un’altra questione. Quello che rende la norma in vigore da oltre 10 anni un po’ meno condivisibile è il fatto che nessuno, né le banche né tantomeno lo Stato, sono tenuti a verificare l’esistenza di possibili eredi. E così, se nessuno reclama il quid, l’erede smette di fatto di essere tale.

A finire nelle casse pubbliche, non sono quindi solo i beni di chi muore senza lasciare eredi, almeno diretti. Ma nel calderone dei conti dormienti finiscono anche quelli di chi magari con i figli aveva litigato o, peggio, di chi non ha saputo comunicare l’esistenza dei propri risparmi per sopravvenute malattie. E così ci sono casi limite, ma relativamente molto comuni, in cui i figli scoprono di aver perso il diritto ad ottenere l’eredità di un genitore ad esempio. E’ il caso dei “due figli di Antonio A. – racconta Flavio Bini -, gravemente malato di Alzheimer, morto solo in una casa di riposo in un piccolo comune vicino a Novara nel gennaio del 2003. Loro padre, con cui i rapporti si erano deteriorati, non li aveva avvisati che in una filiale di un comune poco lontano c’era un conto da 41 mila euro di cui nessuno, a parte lui e la banca, era a conoscenza. Anche loro, come tutti, l’hanno scoperto solo oggi, tra incredulità e amarezza.

Un piccolo tesoro protetto e dimenticato allo stesso tempo. Forse nascosto di proposito, forse rimosso dalla malattia”. Secondo i dati del Rendiconto generale dello Stato, dal 2007 ad oggi sono arrivati dai risparmi “dimenticati” oltre 2 miliardi di euro. Se si guarda soltanto agli ultimi anni, i numeri restano consistenti: 184 milioni nel 2013, 203 nel 2014, 142 nel 2015 e 101 nel 2016. Una quota, è vero, è anche tornata indietro visto che è stato affidato alla Consap, una controllata del Tesoro, il compito di gestire i rimborsi di chi tra legittimi titolari o eredi può rivendicare le somme confluite nelle casse pubbliche.

Chi si è accorto troppo tardi che i suoi soldi non ci sono più ha altri 10 anni di tempo per recuperarli dallo Stato. E così i suoi parenti, sempre che qualcuno li avverta. Dal 2010 al 2016, ultimo dato disponibile, la società ha finalizzato 39.780 istanze per un totale di 215,6 milioni di euro restituiti. Come fare allora per tentare di non finire tra le fila di chi scopre troppo tardi un’eredità a cui avrebbe avuto diritto? L’unica è la conoscenza, fare attenzione, chiedere al nonno, al papà e alla mamma la reale collocazione dei propri risparmi. Condividere le informazioni e comunicare sempre ai propri cari quello che si decide di fare con i propri investimenti. A meno che, ovviamente, non si voglia fare un dispetto ai propri futuribili eredi. In quel caso basterà non dire nulla e il conto dormiente diventerà conto dello Stato.