Bce alza i tassi d’interesse di mezzo punto per combattere l’inflazione, mutui variabili saranno più cari

La decisione comunicata dalla Banca Centrale insieme ad un'altra che chiude l'era Draghi dell'acquisto del debito pubblico iniziata con Draghi. La Banca Centrale ha infatti deciso di non rinnovare 15 miliardi di bond al mese a partire da marzo 2023.

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 15 Dicembre 2022 - 16:23 OLTRE 6 MESI FA
Christine Lagarde (Ansa)

Christine Lagarde (Ansa)

La Bce ha deciso di alzare i tassi d’interesse di mezzo punto percentuale, portando il tasso sui depositi al 2%. Quello sui rifinanziamenti principali sale al 2,5%, mentre quello sui prestiti marginali al 2,75%. Lo comunica la banca centrale, con una mossa che ricalca quella della Fed che ha portato i tassi al 4,25%/4,5%. La Bce ha deciso di alzare i tassi, e prevede che debbano ancora salire “significativamente”. Perché “l’inflazione continua a essere di gran lunga troppo elevata e, secondo le proiezioni, si manterrebbe su un livello superiore all’obiettivo per un periodo di tempo troppo prolungato”. A dirlo è la presidente della banca centrale Christine Lagarde nella conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio direttivo.  

Salgono i tassi d’interesse:  i mutui a tasso variabile saranno più cari

Nelle tasche degli italiani, a pesare non sarà quindi solo l’inflazione e le bollette energetiche. Con l’aumento dei tassi, la situazione per chi ha un mutuo variabile torna sui livelli del 2014, prima quindi dell’avvio della politica di “tassi zero” che ha caratterizzato gli ultimi anni.   

Stretta sul denaro e vendita bond da parte della Bce

E nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 15 dicembre, le borse europee accentuano i ribassi fino a chiudere in profondo rosso. Milano ha chiuso a meno 3,45%. Francoforte ha perso il 3,28%, Parigi il 3,09%. Londra ha contenuto i ribassi allo 0,93%, Le Borse temono anche per un secondo annuncio arrivato sempre nella giornata di oggi: l’alleggerimento di 15 miliardi di bond al mese da parte della Banca Centrale a partire da marzo. Addio quindi, dopo otto anni, all’esposizione della Bce al debito pubblico iniziata con Draghi. L’Eurotower ha insomma deciso di ridurre dal proprio bilancio i bond che arrivano a scadenza e che non verranno rinnovati. Il ritmo di riduzione sarà “misurato, prevedibile” e determinato nel corso del tempo. Sarà pari a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023.

Cosa accadrà ai paesi più indebitati e a “rischio spread” come l’Italia? La Bce comunica che a beneficio dei Paesi più in difficoltà sugli spread, il Consiglio direttivo “continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del Pepp (il “programma di acquisto per l’emergenza pandemica” ndr) per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia”

La Bce si aspetta di alzare ulteriormente i tassi

Il consiglio direttivo della Bce “si aspetta di alzare ulteriormente i tassi”. Lo comunica ancora banca centrale. La Bce, nel comunicato spiega che il Consiglio direttivo “ritiene che i tassi di interesse debbano ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”. Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi – secondo i governatori – “farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione frenando la domanda e inoltre metterà al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione”.