ROMA – Fisco. “Condono erariale permanente”: la proposta della Corte dei Conti. Appena insediato alla presidenza della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri lancia l’allarme su una politica fiscale che strangola la crescita e avanza la proposta di trasformare il condono erariale in un istituto giuridico permanente. La fotografia della situazione contabile italiana è deprimente: un peso del fisco attestato al 45% del Pil, un sistema dei controlli debole, inefficiente ed opaco, un debito pubblico che ha pochi confronti nel mondo, una pericolosa tendenza deflattiva che accentua i rischi della recessione con conseguente appesantimento di tutti i debiti, a livello centrale, locale e privato.
Condono erariale. Squitieri ha chiesto che l’istituto giuridico del cosiddetto condono erariale possa “essere utilmente inserito come istituto permanente all’interno del processo contabile, ma in una fase anticipata rispetto al grado di appello, con il duplice beneficio di deflazionare le liti e accelerare la tutela giudiziaria, in applicazione del giusto processo”. Per il presidente della Corte dei Conti, infatti “snellire il contenzioso contabile equivale a conferire più efficacia e incisività all’azione della Corte”.
Il condono erariale, anche conosciuto come “concordato contabile” – è stato introdotto nell’ordinamento italiano dalla Legge 23 dicembre 2005 n. 266 (Finanziaria 2006) con i commi 231-232-233 dell’art.1[1]. Il legislatore ha previsto un meccanismo che può essere riassunto in questi termini: il soggetto condannato in primo grado dinanzi alla Corte dei Conti in un giudizio di responsabilità, per fatti commessi in data antecedente al 31 dicembre 2005, in sede di impugnazione può offrirsi di versare all’erario un importo fra il 10% e il 30% della somma oggetto di condanna. Ove tale istanza venga accolta e l’importo versato, il giudizio di appello termina.
In effetti, anche il governo Letta ha previsto il condono erariale. L’articolo 14 del decreto legge n. 102 del 31 agosto 2013 recante “Disposizioni urgenti in materia di Imu, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni di trattamenti pensionistici”, prevede la “definizione agevolata in appello dei giudizi di responsabilità amministrativo-contabile”. La sintesi di questo provvedimento è: “Se danneggi l’erario paghi solo un quarto”.
Non sempre la Corte dei Conti si era espressa sulla questione nei termini indicati da Squitieri, che considera la situazione fiscale italiana emergenziale. Perplessità erano state dichiarate da altri presidenti sulla natura parziale di condono che altera il principio della certezza del diritto e perché spesso realizza un effetto premiale ingiustificato. Senza considerare lo svilimento del principio di deterrenza, per cui alla fine il contribuente è indotto a pensare che una sanatoria interverrà comunque.
I commenti sono chiusi.