I consiglieri della Compagnia di Sanpaolo contro il presidente Benessia

Pubblicato il 4 Maggio 2010 - 12:56 OLTRE 6 MESI FA

Angelo Benessia, presidente del Comitato di gestione Compagnia di Sanpaolo

Si riunisce questa mattina  a Torino il comitato di gestione della Compagnia di San Paolo, la fondazione che controlla il colosso bancario Intesa Sanpaolo. All’ordine del giorno la nomina dei due rappresentanti all’interno del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo. Al momento, l’unico candidato è il professor Andrea Beltratti, mentre regna il massimo riserbo sul secondo nome, dopo la  rinuncia di Domenico Siniscalco che aveva dichiarato: «Ho ritirato la mia disponibilità per il consiglio di gestione in polemica con la fondazione e il suo presidente che in 15 giorni non sono nemmeno riusciti a formulare una candidatura unica per la presidenza del consiglio di gestione».

La rinuncia dell’ex ministro dell’economia ha contribuito a riscaldare gli animi all’interno della Compagnia. Ieri sera, tredici consiglieri su ventuno hanno chiesto in una lettera diffusa dalle agenzie di stampa di verificare al più presto «la sussistenza del rapporto di fiducia con il presidente Angelo Benessia» e di valutare «l’operato del presidente e del comitato di gestione, con particolare ma non esclusivo riferimento alla questione del rinnovo dei vertici della banca». Nella serata di ieri, però, due rappresentanti della fondazione hanno fatto retromarcia.

Il presidente della fondazione ha duramente contestato questa iniziativa, parlando di «attacco che non ha precedenti», lamentando che questo gesto «è una grave ingerenza in questo delicato momento: si vuole solo delegittimare il processo delle nomine della banca. Una delegittimazione mediatica che arriva perché abbiamo toccato equilibri torinesi molto più delicati e radicati di quanto pensassi».

Anche il mondo politico dice la sua sul braccio di ferro all’interno della Compagnia di san Paolo. «Benessia – dice Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino –  nonostante i gravi errori commessi sulla gestione delle nomine e i giudizi non certo lusinghieri espressi in modo quasi unanime nei suoi confronti dal mondo politico e finanziario italiano ritiene di aver svolto brillantemente il suo compito e non pensa di rimettere il suo mandato. Mi chiedo come possa non rendersi conto di avere su di sé la responsabilità del danno creato al sistema torinese». L’esponente PD aggiunge che il presidente «farebbe bene a dedicarsi soltanto alla sua attività professionale. Ha affermato di essere uomo delle istituzioni. Ma dovrebbe chiedersi a quali istituzioni fa riferimento se anche il sindaco di Torino che lo ha voluto al vertice della Compagnia oggi lo critica».

Proprio il primo cittadino torinese Sergio Chiamparino è stato protagonista di un duro botta e risposta con il vicesegretario del Partito Democratico Enrico Letta. Il sindaco, favorevole alla nomina di Siniscalco come rappresentante della Fondazione in Intesa Sanpaolo, è stato accusato dal numero due del PD di essere responsabile del «pasticcio di cui è stato protagonista e responsabile insieme al presidente della Compagnia San Paolo», sottolineando che «il partito continua a ritenere che sia sbagliato che la politica, di qualunque colore, tenti di mettere le mani sulle nomine bancarie. In particolare in un momento in cui la Lega annuncia di volerlo fare e in un periodo di turbolenze finanziarie europee in cui è necessario evitare destabilizzazioni dovute a mere manovre di potere politico come quelle tentate e abortite». Chiamparino ha però risposto: «Vorrei tranquillizzare Enrico Letta: le mie responsabilità le ho sempre assunte di fronte ai miei concittadini e al Consiglio comunale».

Il presidente della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia, ha la responsabilità del danno al “sistema torinese”. A dirlo è il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta, che interviene sulle vicende della fondazione torinese e suggerisce le dimissioni di Benessia. “Il presidente della Compagnia San Paolo nonostante i gravi errori commessi sulla gestione delle nomine e i giudizi non certo lusinghieri espressi in modo quasi unanime nei suoi confronti dal mondo politico e finanziario italiano ritiene di aver svolto brillantemente il suo compito e non pensa di rimettere il suo mandato. Mi chiedo come possa non rendersi conto di avere su di sé la responsabilità del danno creato al sistema torinese”, dice Saitta ed aggiunge che Benessia “farebbe bene a dedicarsi soltanto alla sua attività professionale. Ha affermato di essere uomo delle istituzioni. Ma dovrebbe chiedersi a quali istituzioni fa riferimento se anche il sindaco di Torino che lo ha voluto al vertice della Compagnia oggi lo critica?”. Secondo Saitta “le dimissioni dell’avvocato Benessia lascerebbero il campo libero ad una fase nuova dove potrebbero contare veramente le istituzioni democratiche e le rappresentanze del mondo economico e sociale. La Compagnia San Paolo, maggior azionista della banca Intesa-San Paolo, svolgerebbe un ruolo a tutela del sistema economico del nostro territorio e dovrebbe non dimenticare mai che il patrimonio delle banche è dovuto al risparmio dei cittadini”.