Crescita ferma, edilizia paralizzata: l’allarme dei costruttori

Crescita ferma, edilizia paralizzata: l'allarme dei costruttori
Crescita ferma, edilizia paralizzata: l’allarme dei costruttori

MARGHERA (VENEZIA) – Crescita ferma, edilizia paralizzata. E’ la situazione di Venezia, nel prolifico Nord Est, ma fotografa anche la situazione di gran parte dell’Italia. L’allarme nella città veneta è stato lanciato dal presidente di Ance Venezia (l’associazione dei costruttori edili) Ugo Cavallin, che parla di un crollo dell’83 per cento dei bandi pubblici e punta il dito contro il nuovo Codice nazionale degli appalti, criticato anche a livello nazionale dalla stessa associazione, come spiega Luisa Grion su Repubblica: 

Questo doveva essere l’anno della ripresa, invece rischia di diventare l’“occasione mancata”. Per colpa della crisi, dell’incertezza, della difficoltà riscontrate dai comuni nell’applicare la clausola della flessibilità, ma anche per via del nuovo codice degli appalti, entrato in vigore appena approvato, il 19 aprile, senza periodo transitorio. I costruttori dell’Ance lanciano l’allarme e rivedono le previsioni di crescita per il 2016: il tonfo è brusco – assicurano – l’anno rischia di chiudersi con un inespressivo 0,4 per cento di crescita rispetto alla precedente stima del 6 per cento. Un crollo legato all’andamento delle presentazioni di gare per gli appalti pubblici: a giugno, quelli messi a bando dai comuni, sono diminuiti del 34,9 per cento in numero e di oltre il 60 per cento in valore (rispetto al maggio 2015 addirittura del 75). Ad aprile, invece, la corsa a fare in fretta per bandire gare con le vecchie regole aveva spinto gli appalti a più 50 per cento in valore.

Per i costruttori, insomma, il crollo è legato all’entrata in vigore del nuovo testo, avvenuta senza periodo transitorio per non sforare i tempi previsti dall’Unione europea.

Il nuovo codice stabilisce che i progetti da mettere in gara devono essere “esecutivi”, non più “definitivi”, devono cioè entrare nei dettagli per evitare che vengano presentate varianti in corso d’opera che possano rallentare i tempi e far lievitare i costi.

La norma è stata voluta fortemente dall’Anac di Raffaele Cantone con l’obiettivo di scoraggiare tentativi di corruzione, ma per le amministrazioni comunali ci vuole tempo, come sottolinea Repubblica:

presentare un progetto esecutivo richiede professionalità elevate di cui i comuni non sempre dispongono, tanto che le vecchie norme prevedevono – in questi casi – un “premio” del 2 per cento alle amministrazioni in grado di prepararli. E il fatto che il codice nuovo abbia trasferito tale premio su altre mansioni di certo non è piaciuto agli ingegneri che lavorano nel pubblico.

Si tratta di un problema non di poco conto dal momento che il governo puntava molto sulla spinta dell’edilizia per la ripresa, che invece pare ancora lontana.

 

 

 

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