CRISI: SARKOZY CONVOCA VERTICE UE, OGGI SENATO USA VOTA PIANO PAULSON

Pubblicato il 1 Ottobre 2008 - 01:34 OLTRE 6 MESI FA

In relazione alla crisi finanziaria Nicolas Sarkozy, presidente di turno Ue, ha convocato per sabato una riunione dei quattro paesi europei membri del G8 – Francia, Inghilterra, Germania e Italia. Lo ha detto il primo ministro lussemburghese, Jean-Claude Juncker, ai microfoni di Europe 1, ufficializzando la notizia.

Una serie di novità nel piano di salvataggio Paulson e la decisione del Senato di provare a votarlo oggi con buone possibilità di successo. E’ la conclusione alla quale sono arrivati i negoziatori democratici e repubblicani: alcune significative modifiche serviranno ad ammorbidire le posizioni più radicali da una parte e dall’altra sperando che, poi, domani, anche la Camera arrivi al "sì". I segnali, nel complesso, questa volta sono positivi con Wall Street che ieri sera ha chiuso con un rimbalzo del 4,7% proseguito anche nell’after hours. Tokyo e le altre Borse asiatiche (alcune, però, sono chiuse) risultano in risalita. L’indice nipponico Nikkei ha segnato in apertura un rialzo dell’1,3% e ha poi chiuso con un +0,96: segno di un cauto ottimismo sulla possibilità che il piano Usa venga approvato e possa avere effetti positivi sulla crisi.

Adesso, il piano include la possibilità per l’Fdic, l’agenzia federale che garantisce i depositi bancari, di far salire da 100.000 a 250.000 la copertura assicurativa garantita dallo stato su ogni deposito: una richiesta congiunta in questo senso era arrivata dai due candidati alla Casa Bianca, Barack Obama e John McCain, dopo consultazioni con il presidente George W.Bush. Tra l’altro, entrambi i candidati (Obama è senatore dell’Illinois e McCain dell’Arizona) hanno fatto sapere che saranno oggi a Washington per dare il loro voto positivo.

I democratici, in cambio dell’appoggio, hanno ottenuto di aggiungere al piano da 700 miliardi anche un provvedimento che obblighi le imprese a garantire la copertura assicurativa per le patologie mentali dei dipendenti, al pari degli infortuni sul lavoro.

La chiave tecnica, comunque, è stato un accorgimento procedurale permette al Senato di votare sul provvedimento anche se è stato bocciato dalla Camera. In pratica, il maxi-piano da 700 miliardi di dollari è stato agganciato a un provvedimento già in via di votazione per incentivi fiscali sulle fonti di energia rinnovabili. Questo darà ora la possibilità all’assemblea del Senato di approvare il progetto prima ancora che sia stato varato dalla Camera.

Secondo fonti democratiche in Congresso, al Senato esiste l’appoggio bipartisan per far passare il provvedimento che, una volta approvato, avrebbe così maggiori possibilità di passare anche alla Camera.