Anna Marras. Amministratore Delegato di Edilizia Acrobatica
Una storia di vita e di lavoro – la sua – che potrebbe essere davvero un bel film! Anna Marras torinese doc e non a caso buddista, madre single di due figli cresciuti con lei è anche quella straordinaria imprenditrice premiata durante l’ottava edizione del premio Italia Informa, nella prestigiosa sala Koch di Palazzo Madama, al Senato della Repubblica a Roma. La sua vita è una storia di grande passione e determinazione, pur segnata da profonde e difficili prove da superare: La sua salute, la perdita di persone care, oltre al “veleno” che talvolta ci viene offerto dalla vita ma che come dice Anna si può trasformare persino in antidoto e cura.
Certo che non è facile trasformare il “Male” in “Bene”! Ma lei ci ha provato e ce l’ha fatta con quella sua profonda e coraggiosa filosofia di vita e di lavoro che trova le sue radici nel buddismo. Da bambina si definisce lei stessa un “maschiaccio” cresciuta gioiosamente con il fratello e i cugini. Sembra che persino da piccola non si sia mai sentita sminuita per “problemi di genere”: non si è mai arresa di fronte a nulla da piccina come da grande. Lo dimostra anche il fatto che in pochi anni l’azienda cui non a caso era approdata dopo aver conosciuto Riccardo Iovino, fondatore della stessa, è cresciuta grazie al suo lavoro in maniera esponenziale in Italia e nel mondo. Da dodici dipendenti nel 1997- ci racconta Anna Marras – oggi EdiliziAcrobatica è una S.p.A. quotata su due mercati azionari (italiano ed europeo) e conta 3200 collaboratori non solo in Italia ma anche in Francia, Principato di Monaco, Lussemburgo, Spagna, Emirati Arabi e Arabia Saudita.
Incredibile ma vero! Un’imprenditrice come lei con grosse responsabilità in molte società che si occupano di edilizia e formazione riesce comunque anche ad organizzare le sue giornate senza dimenticare la pratica buddista. Dice che, pur torinese, Genova è la sua culla e che la “meditazione è il suo ascensore per la felicità perché le consente di osservare dall’alto, con distacco ma anche cura la qualità dei legami e dei progetti personali e professionali”. Ormai, Anna, non si occupa più di formazione e di risorse umane che era la sua specialità ma segue con competenza e passione gli aspetti finanziari dell’azienda. EdiliziAcrobatica è diventata la più grande azienda in Europa specializzata nelle ristrutturazioni con la tecnica della doppia fune di sicurezza. Sono ben 130 aree d’intervento dall’Europa al Medio Oriente al Nepal, (dove si trova uno dei suoi centri di formazione per cordisti) quelle di cui si occupa l’azienda nata nel 1994 da uno skipper, Riccardo Iovino, appassionato di mare che dopo aver capito che non esisteva un servizio come quello che oggi viene offerto da EdiliziAcrobatica ha rivoluzionato tutto il settore dell’edilizia!
Questa nuova tecnica che effettua interventi di ristrutturazione mediante l’uso della doppia fune di sicurezza è stata la vera e grande rivoluzione del settore. La prima sede dell’azienda fu a Genova e grazie a Anna Marras oggi può contare persino un Academy, la WallmanW Academy, una vera e propria scuola per muratori acrobatici nella quale apprendono non solo competenze tecniche ma anche e etiche, valoriali e di comunicazione. “Il potenziale di crescita” è il vero segreto del successo di EdiliziAcrobatica che punta sul valore delle persone e che oggi è l’unica azienda del suo settore ad avere compiuto un dual listing, ovvero una doppia quotazione. Un capolavoro imprenditoriale in un settore così maschile, guarda caso, oggi è anche guidato dalla passione, la tenacia e il sorriso di una donna.
Per conoscerla meglio e di più le abbiamo chiesto:
La sua vita non è fatta di solo lavoro, qual è il progetto di cui è più orgogliosa, forse l’avere dato vita all’associazione no profit SEA – Super Eroi Acrobatici ed essere stata cofondatrice dell’associazione senza fini di lucro L’Impresa è Donna?
«La mia vita non è fatta solo di lavoro. Certo, l’impegno professionale occupa gran parte delle mie giornate, ma i progetti di cui sono più orgogliosa vivono fuori dal perimetro dell’azienda. Se devo scegliere, il cuore mi porta a due iniziative: l’Associazione SEA – Super Eroi Acrobatici e “L’Impresa è Donna”. SEA è nata dalla volontà di trasformare la nostra competenza verticale – il lavoro su fune – in qualcosa che facesse bene anche agli altri. Entrare negli ospedali vestiti da supereroi, regalare un sorriso ai bambini che stanno affrontando cure difficili, portare un momento di leggerezza alle famiglie: questa per me è “impresa” nel senso più alto del termine, cioè prendersi cura delle persone. SEA mi ricorda ogni giorno che il successo ha valore solo se procura del bene. “L’Impresa è Donna”, invece, è un progetto a cui tengo profondamente come donna, come manager e come cittadina a cui ho dato vita con altre colleghe imprenditrici: Anna Aulico, Michaela Gariboldi e Giada Melis. È la dimostrazione concreta che quando si crea uno spazio dove le donne possono imparare, confrontarsi e riconoscere il proprio valore, accadono cose straordinarie. È un ponte verso un mondo del lavoro più aperto, più meritocratico e più libero da pregiudizi. Se devo dire di quale dei due sia più orgogliosa, la verità è che non scelgo: uno parla al cuore, l’altro alla visione. E insieme rappresentano ciò che per me significa davvero crescere: non solo costruire aziende, ma contribuire a costruire possibilità.»
EdiliziAcrobatica sarà un’eredità che lei vorrà lasciare ai suoi figli?
«Non solo ai miei figli, ma anche ai miei nipoti – e, se posso dirlo, a chi verrà molto dopo di noi. EdiliziAcrobatica non è semplicemente un’azienda: è il mio lascito all’universo, un’eredità che va oltre il fatturato, i cantieri, i modelli operativi. È un’eredità di valori e di visione sulle persone. Quello che abbiamo costruito in questi anni è una vera e propria rivoluzione culturale: un modo diverso di vedere il lavoro, la leadership, la responsabilità, la meritocrazia. Abbiamo dimostrato che si può fare impresa mettendo al centro l’essere umano, e che quando si investe davvero sulle persone, le persone fanno accadere l’impossibile. E questa trasformazione parte proprio da EdiliziAcrobatica. Da chi ogni giorno sale in quota, da chi forma, da chi accoglie, da chi guida: uomini e donne che hanno scelto di crescere, migliorare, credere. Se c’è un’eredità che voglio lasciare, è questa: un modello che continui a generare valore umano, prima ancora che economico, per generazioni. Se i miei figli e i miei nipoti vorranno farne parte, ne sarò felice. Ma la verità è che EdiliziAcrobatica è già oggi di tutti coloro che condividono questa visione. E spero che continui a esserlo anche molto dopo di me.»
Com’è nata la sua fede buddhista?
«La mia fede buddhista è nata nel silenzio di un periodo molto doloroso della mia vita, quando la malattia aveva oscurato ogni certezza e la sofferenza sembrava essere l’unico orizzonte possibile. In quel vuoto, in quella vulnerabilità assoluta, ho sentito il bisogno urgente di comprendere il senso della mia esistenza e di trovare un cammino capace di trasformare il dolore in consapevolezza. È stato allora che ho incontrato gli insegnamenti del buddhismo, e in particolare la verità delle quattro sofferenze fondamentali: nascita, malattia, vecchiaia e morte. Non come concetti lontani, ma come realtà che tutti viviamo, e che possiamo attraversare con una coscienza diversa. Ho compreso che il Buddha non è una figura esterna da venerare, ma una natura luminosa che abita dentro ciascuno di noi, pronta a emergere quando la invochiamo con sincerità. Questa consapevolezza ha cambiato il mio sguardo sul mondo: mi ha insegnato che ogni istante, anche il più difficile, contiene un’opportunità di trasformazione. Il buddhismo è diventato la mia ancora di salvezza spirituale, il luogo in cui attingo la forza per rinascere ogni giorno. È ciò che mi guida nel creare valore intorno a me: nelle persone che lavorano in EdiliziAcrobatica, nelle relazioni quotidiane, in ogni incontro.»
Un errore di cui ancora porta il peso?
«Non credo che esistano errori destinati a pesare per sempre. Credo piuttosto che esistano ostacoli, inciampi, momenti difficili che si presentano nelle nostre vite come legna da ardere: combustibile per trasformare ciò che siamo in qualcosa di più consapevole, più forte, più utile a noi e agli altri. Per questo non porto addosso il peso di nessun errore irreparabile. Gli sbagli che ho commesso – e che inevitabilmente continuerò a commettere – sono sempre stati occasioni di crescita, di trasformazione, di miglioramento. Ogni volta mi hanno costretta a guardare più a fondo, a prendere decisioni più mature, a diventare una versione più autentica di me stessa. In questo senso, gli errori non sono ferite aperte, ma passaggi evolutivi. Sono ciò che mi ha permesso di creare valore nella mia vita e in quella delle persone che mi circondano. E per questo, più che pesarli, oggi li ringrazio.»
Qual è stato il momento più difficile della sua vita?
«Negli anni recenti, e forse anche nell’arco dell’intera mia vita, il momento più difficile è stato la scomparsa di Riccardo. Non era solo il mio compagno: era l’uomo con cui avevo condiviso diciassette anni di vita e con cui avevo costruito, passo dopo passo, EdiliziAcrobatica. Per noi l’azienda non era soltanto un’impresa. Era una creatura, quasi un figlio: qualcosa di vivo, di fragile e allo stesso tempo potente, di cui prenderci cura ogni giorno. Io e Riccardo eravamo complementari: ciò che mancava a uno, l’altro lo portava con naturalezza. E questa armonia era diventata la forza silenziosa della nostra crescita. Quando Riccardo è venuto a mancare, il dolore è stato enorme, devastante. Ma non ho avuto il tempo di lasciarmi abbattere: sono stata chiamata immediatamente a rispondere, a proteggere quella creatura che avevamo costruito insieme. EdiliziAcrobatica custodisce al suo interno migliaia di persone: tecnici, dipendenti, collaboratori. Ognuno di loro è parte di quella famiglia allargata che io e Riccardo abbiamo sempre sentito come una responsabilità e un privilegio. Sono stati loro, paradossalmente, ad aiutarmi a rialzarmi. Per loro – e anche grazie a loro – ho trovato la forza di andare avanti, di non permettere alla sofferenza di schiacciarmi o di interrompere il cammino che avevamo iniziato insieme. Ho scelto di trasformare il dolore in determinazione, e di rendere omaggio al sogno che Riccardo e io avevamo disegnato: un sogno che oggi continua a crescere. Sono convinta che la strada che abbiamo tracciato porterà EdiliziAcrobatica lontano. E so che quel dolore, così grande, mi ha reso più consapevole, più forte e più presente nel mio ruolo nel mondo. È una ferita che rimane, ma è anche una fonte di luce. Mi ricorda ogni giorno perché faccio quello che faccio.»
Come vengono tutelati i rischi e pericoli sui lavori degli operai-acrobatici?
«La tutela della sicurezza dei nostri operatori è un pilastro assoluto del nostro modo di lavorare. In EdiliziaAcrobatica investiamo in modo continuativo nella formazione di ogni singolo componente del nostro gruppo, con particolare attenzione all’aggiornamento sulle normative che regolano la sicurezza nei cantieri. Abbiamo anche diversi centri di formazione della forza produttiva tra cui, in Italia, la nostra WallmanW Academy in cui gli operatori ottengono l’abilitazione al lavoro su fune e, successivamente, partecipano a corsi di aggiornamento proprio in materia di sicurezza. Accanto alla formazione, l’azienda ha ottenuto tutte le certificazioni previste e svolge un monitoraggio costante affinché le procedure di sicurezza siano sempre rispettate in ogni cantiere. Verifichiamo regolarmente l’integrità e la corretta dotazione dei DPI, perché la prevenzione è un elemento imprescindibile della nostra operatività. Per me, come per tutta Acrobatica, la tutela della vita e della salute di chi lavora con noi non è solo un obbligo normativo: è un valore fondamentale e irrinunciabile che guida ogni nostra scelta.»
Supereroi dell’edilizia ma: fino a quale età? Quanto dura la loro carriera?
In EdiliziaAcrobatica non esiste un’età massima oltre la quale un operatore non possa più lavorare. Siamo consapevoli che il lavoro in quota richiede energia e resistenza fisica e che, con il tempo, può comportare una certa usura. Tuttavia, non abbiamo mai adottato la logica di “lasciare indietro” chi non può più operare in parete. Proprio per questo abbiamo sviluppato diverse branch unit — dai lavori “piedi a terra” alla sanificazione e pulizia, fino al giardinaggio — che permettono alle nostre persone di continuare a far parte del gruppo anche quando, per età o per motivi di salute, non è più prudente lavorare in quota. In questo modo garantiamo continuità lavorativa, sicurezza e dignità professionale a ciascuno, accompagnando ogni risorsa nel ruolo più adatto alla propria fase di vita.
